Garrisi (Stanleybet) ad Agimeg: “Prima Sanatoria con luci ed ombre. Una provocazione la pretesa di risarcimento di Obiettivo 2016. Stop gara occasione per ripensare l’attualità del sistema concessorio”

La Sanatoria sul settore delle scommesse, l’intervento del premier Renzi sulla riduzione del numero delle slot, il protrarsi del ritardo della prevista gara per 15.000 nuove concessioni per le scommesse sportive, sono alcuni dei temi toccati da Giovanni Garrisi (membro del board Stanleybet) in una esclusiva ed attuale intervista rilasciata ad Agimeg.

Nel nostro Paese è in corso da anni un processo che prevede di portare all’interno del mercato regolato gli operatori privi di licenza italiana. Perchè lei invece non vede di buon occhio, ad esempio, le sanatorie nel segmento delle scommesse?

Non è il fatto di non vedere di buon occhio un processo di regolarizzazione, che tengo a sottolineare non ci riguarda visto che il nostro operato è assolutamente legittimo, ma piuttosto la sua messa in pratica. Ad oggi, a circa un anno e mezza dalla prima Sanatoria, rimangono ancora molti punti oscuri per ciò che concerne la vera regolarizzazione di chi ha aderito. Tanto di cappello a Goldbet, che ha mostrato con i fatti di voler davvero diventare un operatore importante. Per altri soggetti che hanno aderito alla Sanatoria mi viene invece difficile capire. Non mi risulta infatti che questi operatori avessero centri poco performanti e quindi deve essere accaduto qualcosa se oggi mostrano dati non in linea con la loro struttura dichiarata. Non dimentichiamoci ad esempio che Planetwin ha dovuto sottostare ad una due diligence per la vendita ad un fondo olandese che è ora il proprietario della compagnia e questa operazione presenta dei misteri. Ad esempio qual è il valore della compagnia, forse quello che si deduce dai dati ufficiali? Io credo che questi centri avessero un’offerta valida e tecnologie di prim’ordine. Tutto sparito? Non ci resta che aver fiducia nel regolatore che certamente chiarirà il mistero.

Che ne pensa dell’intervento del premier Renzi e del sottosegretario Baretta che hanno annunciato non solo di voler ridurre il numero delle slot, ma anche di volerle togliere dai bar e dalle tabaccherie.

Bisogna smetterla di piangersi addosso quando si parla di slot. Lo Stato ricava dal settore dei giochi entrate per miliardi di euro, soldi con i quali gli stessi enti locali sopravvivono e sopravviveranno. Un modello senza slot aprirebbe una voragine nei conti pubblici che nessuna persona di buon senso può augurare al nostro paese. Bisogna trovare un punto di equilibrio che corregga gli eccessi degli ultimi anni e coniughi le necessità dello Stato, dei suoi cittadini e le necessità dell’industria del gaming. Insomma gli enti locali dovrebbero aver ben chiaro questo concetto ed arrivare a trovare una soluzione condivisa con il Governo.

Ed a proposito di Stato ed enti locali, la mancanza di un accordo ha fatto slittare la gara per le nuove 15.000 concessioni di scommesse. Oggi Obiettivo 2016 è intervenuta sull’argomento chiedendo che l’ADM paghi una penale di 300mila euro per ogni mese di ritardo nella pubblicazione della gara. Qual è la sua opinione a riguardo?

Rispondo con un’altra domanda. E quanto avrebbe dovuto pagare l’ADM al mese se avesse fatto uscire una gara in cui nessuno sapeva dove poter mettere questi shop? Non c’è dubbio che l’ADM si è trovata in una situazione che ha richiesto grande attenzione. La previsione della Legge, anche se mal formulata, lascia chiaramente ad intendere che la gara segua l’accordo con gli enti locali e non può precederli. Credo che la richiesta di Obiettivo 2016, che ha al suo interno personaggi di assoluta levatura e comprovata intelligenza, sia solo una provocazione e che non avrà nessun apprezzamento dai parte dei tribunali competenti. Guardiamo ai fatti, il regolatore ha mantenuto saldamente il timone della nave nella tempesta. Spetta però al Governo che la tempesta cessi. C’è solo da chiedersi quanto durerà questa situazione, perché il mercato cambia molto rapidamente e non può escludersi che con il passare del tempo il sistema concessorio non sia più la migliore strategia per il nostro Paese. Stanleybet auspica che nell’attesa dell’evolversi di questo complesso processo e nell’assoluta legittimità del proprio operato, sia possibile concordare al più presto un suo preventivo inserimento nel sistema considerato “legale” al di fuori dell’odioso strumento della Sanatoria. ff/AGIMEG