La prima conferenza nazionale sul contrasto al gioco d’azzardo organizzata dalla Regione Lombardia è un’iniziativa “assolutamente opportuna: regioni e comuni stanno applicando in maniera rigorosa e responsabile i principi sanciti dalla nostra Costituzione, la tutela della salute e l’organizzazione del commercio locale”. Lo rivela a Agimeg il senatore M5S, Giovanni Endrizzi, al termine dell’iniziativa svoltasi a Milano. Commentando l’intervento del sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, Endrizzi osserva che “ci sono due modi di condividere il problema: dall’alto, Baretta si aspetta che gli enti locali condividano le pressioni del governo garantendo le entrate erariali e gli investimenti; dal basso, giustamente si chiede allo Stato di supportare il diffuso impegno degli enti locali facendosi carico dei costi sociali che la patologia connessa all’azzardo comporta. Le regioni non possono derogare dai propri principi; l’assetto istituzionale complessivo non è negoziabile. Il governo saprà rispettare la sussidiarietà? Ho la sensazione che se ogni soggetto mantiene il suo approccio si rischia un dialogo tra sordi”. In merito alla proposta di Baretta di ridurre l’offerta di gioco sul territorio in maniera proporzionale al numero di abitanti, il senatore si dice “d’accordo sulla riduzione dei volumi di gioco, il come si raggiunge l’obiettivo non è importante. Se però tolgono solo le macchinette che stanno nei magazzini garantendo semplicemente costi inferiori per i gestori, allora il discorso non mi interessa: la salute dei cittadini deve essere la priorità e se vogliamo tutelarla vanno ridotti gli orari di esercizio e vanno garantite le distanze dai luoghi sensibili”. Proprio per questo motivo Endrizzi ritiene che la ripresa dell’esame della proposta di legge Mirabelli (Pd) sul riordino complessivo della materia giochi “non è una priorità perché non ripara ai danni. Piuttosto, noi chiederemo con forza che venga ricalendarizzata quanto prima la proposta di legge di cui io e il mio gruppo siamo primi firmatari, ma che è trasversale e avanzata anche da altre forze politiche. Una proposta semplice e agile che prevede il divieto totale di pubblicità del gioco d’azzardo”. La misura contenuta nella legge di Stabilità che prevede lo stop sulla tv generalista dalle 7 alle 22 “è solo un abbaglio, non interviene in maniera significativa sul problema. Superate le 22, al termine delle partite di calcio, ci sarà la ripresa degli spot; inoltre non viene toccata la pubblicità on line, quella che entra nei telefonini e nei computer dei ragazzi. La non volontà traspare dall’insabbiamento del contratto di servizio della Rai che avrebbe liberato almeno il servizio radiotelevisivo cosiddetto pubblico”. dar/AGIMEG