“E’ sconcertante leggere quanto riportato nel comunicato della Comunità Oasi2 San Francesco di Trani-Bisceglie in relazione ai dati riportati sul fenomeno delle ludopatie, sulla spesa dei pugliesi e sulle modifiche della legge regionale che sindacati e operatori del settore auspicano nell’interesse di migliaia di lavoratori”. “Dobbiamo misurarci con inesattezze, bugie e improvvisazione nell’analisi di un fenomeno sul quale bisognerebbe utilizzare molta cautela. Le stesse inesattezze sul denaro speso dai pugliesi nel gioco, dati rilevati forse col copia e incolla. Consigliamo ai responsabili della Cooperativa sociale, finanziata da progetti di ambito territoriale e dunque soldi pubblici, di documentarsi meglio dai rapporti annuali pubblicati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Purtroppo viviamo la consapevolezza che organizzazioni e associazioni nate senza scopi di lucro fino ad oggi non sono riuscite a pubblicare neanche un report sui casi di ludopatia. Ci chiediamo se queste crociate siano ideologiche oppure animate da altre finalità. Non resta che manifestare una profonda amarezza nel vano tentativo di trovare forme di confronto con queste associazioni”. La dura replica alla Cooperativa Oasi2 è del presidente di Sapar Puglia Domenico Distante il quale ricorda che il Testo Unico sulla normativa di riordino del settore del gioco pubblico in Italia, dopo la conferenza unificata Stato-Regioni, è atteso da ottobre 2017. “La proroga chiesta dalla Commissione regionale alla Sanità eviterebbe disastrose conseguenze in un settore che non è fatto di numeri ma di vite umane”. “Quanto all’entrata in vigore del “distanziometro” dai luoghi sensibili, la verità va in direzione contraria a quanto sostengono molte associazioni: è uno strumento superato dal gioco online, sempre più invasivo. Voler costringere a tutti i costi i gestori delle sale da gioco a chiudere i battenti, oltre a provocare un danno economico, si rivelerebbe una soluzione del tutto inutile e anacronistica. E’ bene ricordare che se la salute è un diritto costituzionale è pur vero che offrire all’opinione pubblica stime generiche sui giocatori patologici non è un gran servizio alla collettività. Pensare poi di arginare il fenomeno contrastando le sale gioco è assolutamente controproducente. Significa consegnare il settore nelle mani della criminalità organizzata. Non lo dicono le organizzazioni di categoria, ma in queste ore è l’opinione di numerosi esponenti della politica regionale sempre più convinti che la partita non si può giocare sulle distanze delle sale da palestre, scuole e luoghi di culto. Nel convegno sul gambling patologico tenutosi nelle scorse ore a Brindisi il procuratore Antonio De Donno ha bocciato il distanziometro ritenendolo un criterio arbitrario in assenza di un confronto tra le parti interessate. A queste considerazioni si aggiunge il recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità nel quale appaiono evidenti le contraddizioni emerse sia sulla entità del fenomeno sia sulle modalità di attuazione. Tutto questo finisce per favorire la criminalità organizzata e l’usura. Non certo la lotta alle ludopatie. lp/AGIMEG