L’emendamento del governo presentato alla Stabilità – in esame ancora al Senato – per quanto riguarda le norme sui giochi, chiarisce che qualora raccolta e gettito subiscano una flessione “nell’arco dell’ultimo triennio non inferiore al 15% all’anno” il Ministero dell’Economia, su proposta ADM, possa adottare “ogni misura utile di sostegno all’offerta di gioco, incluse quelle che riguardano il prelievo, la restituzione in vincita e la posta di gioco”. Si chiarisce anche che i regolamenti adottati “ai sensi del presente comma non comportano responsabilità erariale quanto ai loro effetti finanziari”. Nella relazione tecnica il governo sottolinea che nel corso del tempo le preferenze dei consumatori si sono orientate “sempre più verso tipologie a payout elevato (…) questa dinamica si è ripercossa sulla performance di giochi tradizionali e popolari con basso payout incidendo negativamente anche sul rapporto con il saldo erariale. Fino a che i Monopoli hanno goduto dei margini di manovra e di intervento propri di una “azienda di Stato” – scrive il governo – è stato relativamente semplice porre in essere misure di intervento capaci di adeguare la struttura delle diverse offerte di gioco alle dinamiche concorrenziali e ai ritmi che queste impongono”. Tuttavia, l’accorpamento a un ente pubblico come l’agenzia delle Dogane, “ha mostrato il limite che frena la possibilità di interventi adeguativi”. Questa previsione, spiega l’Esecutivo, mira da un lato a recuperare il gettito che si è perso nel corso degli anni, e dall’altro a restituire alle concessionarie dello Stato quei ricavi che le hanno spinte ad acquisire la concessione stessa. gr-im/AGIMEG