La Commissione consiliare speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità del Consiglio
regionale del Lazio si è riunita oggi per la presentazione del Rapporto “Mafie nel Lazio” del 2016. Durante la discussione è intervenuto il presidente dell’Osservatorio Tecnico-scientifico per la sicurezza e la legalità nel Lazio, Gianpiero Cioffredi, ricordando che “la novità degli ultimi anni è che le mafie tradizionali non si limitano più a investire ingenti risorse attraverso
prestanome o teste di ponte, rimanendo a distanza, perché oggi alcune inchieste (soprattutto sul gioco d’azzardo) dicono che c’è stato un cambio di scenario. Le strutture criminali si sono trasferite a Roma e gestiscono le attività in modo diretto e capillare sullo stesso territorio”. Nel Rapporto si legge che sono 92 le organizzazioni criminali rilevate nel Lazio, di cui 70 operano solo tra Roma e provincia: un numero in aumento rispetto agli 88 gruppi censiti nel 2015. Nella Regione il fenomeno mafioso “si presenta attraverso il volto violento dei clan e la forza ‘criminale-imprenditoriale’ dei capitali sporchi. I boss nel Lazio portano avanti attività illegali, occupano interi segmenti dell’economia legale, mettono a rischio la vita dei cittadini e attentano alla vita delle istituzioni”. Si dedica poi un focus alle infiltrazioni criminali nella filiera del gioco d’azzardo, registrando, “in misura sempre maggiore, un divario fra i dati ufficiali che riguardano le denunce e i procedimenti in corso e dall’altra parte la percezione sociale da parte dei cittadini, nonostante già nel 1991 la prima relazione curata dalla commissione Antimafia avesse lanciato l’allarme, proprio sui reati relativi alla presenza dei boss nella filiera del gioco d’azzardo. I clan condizionano e mettono a rischio il regolare svolgimento delle attività amministrative in alcune aree del territorio, commettono reati in ambito finanziario, occupano gran parte della filiera del gioco d’azzardo”. dar/AGIMEG