Giochi, comuni Versilia stilano decalogo anti-ludopatia: “Tutelare minori attraverso percorsi di formazione”

Un decalogo anti-ludopatia con regole “chiare e lineari” per cercare di arginare il fenomeno del gioco patologico. A stilarlo i comuni della Versilia, che attraverso un percorso congiunto con le Asl locali e i gestori delle sale da gioco, hanno preparato un progetto in dieci punti. Nel dettaglio, il decalogo prevede di: “esporre in maniera visibile il divieto di utilizzo ai minori degli apparecchi da gioco d’azzardo lecito; sensibilizzare chi intende giocare con i minori al seguito; non prestare denaro ai giocatori o non rinforzare le false credenze sul gioco tipo ‘macchinetta calda pronta a pagare’; adottare strategie per favorire il controllo del tempo, come orologi negli ambienti di gioco; esporre materiali informativi messi a disposizione dall’Asl con gli indirizzi ai quali rivolgersi; non enfatizzare le eventuali vincite ed esporre in alternativa le reali percentuali; laddove possibile, isolare lo spazio slot machine dal resto del locale; somministrare alcolici esclusivamente al banco per disincentivare il consumo nelle slot e non prevedere supporti per bicchieri in prossimità delle macchinette; collaborare e partecipare a momenti di formazione, sensibilizzazione e prevenzione al gioco patologico; esporre in modo visibile il codice etico e il vademecum del giocatore responsabile”. Il progetto è “il frutto di un dialogo costruttivo con le varie parti – ha spiegato il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti – e prevede l’adozione da parte degli esercenti di un decalogo etico, oltre a nuovi corsi di formazione del personale e anche un’iniziativa ludica ‘C’è gioco e gioco’. L’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi, ha avuto parole di apprezzamento per questo progetto che segue peraltro le linee della Regione e che abbiamo messo a punto con un percorso comune tra noi, l’Asl e chi le sale da gioco gestisce. La sinergia fra istituzioni differenti anche qui in Versilia potrà essere molto utile a chi rischia di entrare nella spirale del gioco compulsivo”. dar/AGIMEG