Giochi, Cassazione: commette frode informatica il dipendente della ricevitoria che gioca senza pagare

Commette frode informatica il dipendente di una ricevitoria che utilizza il sistema informatico per piazzare una serie di giocate senza pagarne il relativo importo.LO ha stabilito la Seconda Sezione Penale Corte di Cassazione respingendo il ricorso di una donna di Palermo che, approfittando del lavoro che svolgeva in una ricevitoria, aveva piazzato giocate per decine di migliaia di euro, e poi aveva incassato le relative vincite in altri esercizi. La Cassazione ricorda che compie il reato di frode informatica non solo chi si introduce in un sistema informatico senza la necessaria autorizzazione, ma anche chi – come hanno stabilito le Sezioni Unite nel 2011 –  “pure essendo abilitato (all’accesso, NdR), violi le condizioni ed i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite dal titolare del sistema”. E nel caso della dipendente della ricevitoria “devono ritenersi violate le condizioni ed i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite dal titolare, che di certo – se posto a conoscenza – non avrebbe avallato una condotta come quella tenuta dalla ricorrente”. rg/AGIMEG