Nel Def, il Governo continua a dilatare all’infinito i temi di attuazione della delega fiscale, ma dimentica che (nonostante una proroga) tutto sta per scadere (a fine giugno). E’ quanto ha detto oggi Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, nel corso della conferenza stampa per la presentazione delle proposte alternative al Def. “Il Parlamento (relatore Capezzone, e con una inedita convergenza tra maggioranza e tutte le opposizioni, per una volta!) aveva licenziato una legge-delega fiscale importante, dopo pochissimi e intensissimi mesi di lavoro, con un’intesa su non pochi tratti innovativi e pro-contribuenti. Citiamo in ordine sparso: la riforma del contenzioso tributario; la riforma di agevolazioni e sussidi; un catasto finalmente dalla parte dei proprietari; un importante pacchetto di semplificazioni; la revisione dell’abuso del diritto; la fine di ogni intervento fiscale retroattivo. Il tutto ponendo davvero i presupposti per un cambiamento positivo, salutato e atteso da cittadini e contribuenti. Il Governo Renzi – diciamolo – aveva avuto un bel colpo di fortuna. L’approvazione parlamentare della legge avveniva (ripeto: marzo 2014) proprio nel periodo in cui il Governo giurava. Insomma, una specie di regalo fatto dal Parlamento al neonato Esecutivo. Il Governo non avrebbe dovuto fare altro, nei successivi dodici mesi, che varare un pacchetto di decreti attuativi, su un materiale già reso chiaro dai principi e criteri direttivi inseriti nella delega. E invece? Sono trascorsi più di 12 mesi, e risulta attuato non più del 10-15% della delega. Il Sole 24 Ore ha di recente usato l’aggettivo “ridicolo” per commentare l’operato del Governo. In 12 mesi, la miseria di tre micro-decreti, fino al pasticcio del 24 dicembre scorso, con un quarto decreto poi ritirato, che il Governo si era ben guardato dal sottoporre preventivamente alle Commissioni per un esame preliminare, come invece si era sempre impegnato a fare”. lp/AGIMEG