I SerD dovrebbero favorire “un’offerta in funzione delle diverse utenze, per trovare soluzioni che possano mirare alla cura specifica dei più giovani e per sviluppare gli interventi d’integrazione in modo da consentire il riconoscimento precoce del disagio e anticipare la presa in carico dei pazienti”. E’ la proposta che lanciano in un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Sanità in Commissione gli on. Beatrice Brignone, Filippo Civati e altri deputati di SI-SEL. Nell’interrogazione chiedono anche “quali siano i motivi che hanno portato a depotenziare il servizio sanitario pubblico per le dipendenze, nonostante si affermi di voler assicurare la promozione della salute dei cittadini e la cura delle patologie di tipo cronico”. Brignone e Civati ricordano che “i SerD, sono le 580 strutture del sistema sanitario nazionale presenti in ogni asl e svolgono l’attività, in collaborazione e sinergia con le comunità terapeutiche di recupero, le locali amministrazioni, la scuola, gli altri servizi dell’asl e il volontariato”; e che “nei servizi per le dipendenze ogni anno si curano più di 300 mila pazienti affetti da patologie da dipendenze, principalmente eroina, cocaina, alcol, tabacco, cannabinoidi, psicofarmaci e gioco d’azzardo patologico”. Per offrire una simile assistenza è necessario disporre di “personale qualificato in grado di offrire al paziente la qualità delle cure”; tuttavia, “gli stessi operatori lamentano che, da molti anni, non si offrono a sufficienza nuovi interventi per le diverse manifestazioni della dipendenza, lamentando anche i troppi precari che non vengono assunti a ruolo, poiché, per far fronte alle esigenze, è necessario nuovo personale; in molte asl ci sono lunghissime liste di attesa per accedere ai servizi del SerD e ciò determina la difficoltà del paziente di potersi curare; in molte regioni, soprattutto dove è in corso un processo di riforma e riorganizzazione del sistema sanitario, si sta procedendo ad accorpare i SerD con altri servizi, in totale contraddizione con i bisogni emergenti della popolazione e con le rilevazioni epidemiologiche relative alle patologie direttamente e indirettamente connesse al consumo a rischio e alla dipendenza”. lp/AGIMEG