Dal nostro inviato a Milano – “Siamo stati i primi in Italia ad imporre la distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili”. E’ quanto dichiarato da Viviana Beccalossi, durante la conferenza “No slot, l’azzardo non e’ un gioco” che si è tenuta oggi a Milano. “Ma poi si sono unite anche regioni lontane – ha continuato – sia geograficamente sia politicamente, come la Puglia. Ci sono i cosiddetti luoghi sensibili e sono contenta che anche il Governo ha acquisito il concetto delle distanze minime e dei luoghi sensibili anche se non abbastanza. Non a caso anche oggi avremmo dovuto parlare del decreto che dovrebbe riformare il settore dei giochi ma che è stato rinviato. Un rinvio che per qualcuno è colpa della regione Lombardia ed io considero questo un merito. Seppur migliorato rispetto alle prime bozze, il riordino in materia di gioco proposto dal Governo non ci soddisfa assolutamente e potrebbe inficiare ciò che di buono abbiamo fatto in questi anni. Questo è un tema che vede una lobby estremamente forte che difende legittimamente i propri interessi. Ricordo sempre che c’è un ramo di Confindustria con aziende che si occupano del gioco lecito. Il Governo ha speso con ministri e sottosegretari la sua battaglia trasversale, a livello regionale la battaglia è di tutti ed io mi sento forte e moralmente consapevole di dover continuare a difendere la nostra legge che ha già dato risultati positivi. Sapevamo che non sarebbe stato facile e che i risultati non sarebbero arrivati subito, ma ora siamo riusciti a ridurre del 10% le macchinette sul nostro territorio. Ci sono 325 locali in più in cui non ci sono le slot e ci sono 30 sale gioco in meno. Coloro che abusano nel gioco per noi sono persone malate e come tali le trattiamo, cercando di stare vicino a loro ed alle loro famiglie. Abbiamo stanziato anche risorse non solo per curare i malati ma anche per fare campagne informative perché riteniamo sia fondamentale far conoscere i rischi del gioco. Un discorso diverso deve essere fatto per i ragazzi perché loro giocano in maniera diversa. Non giocano nella sala slot o nei bar, ma con gli smartphone. I nostri figli possono giocare online, diventare preda dei pedofili, essere oggetto di stalking, quindi con i ragazzi bisogna parlare un linguaggio completamente diverso. A differenza di altre dipendenze, per quella del gioco gli effetti devastanti non si vedono chiaramente ma non per questo sono meno tremende in una famiglia. Mi sento umanamente molto arricchita dopo aver seguito questo tema negli ultimi anni. Dopo 25 anni che faccio politica, questa è la battaglia di cui mi sento più orgogliosa perché è dalla parte delle persone più deboli. Mi sono sentita invece poco orgogliosa di essere italiana sapendo che sul tema del gioco d’azzardo ci specula lo Stato. Circa 700 mila persone in Italia sono malate o potenzialmente malate di gioco d’azzardo patologico ed il fatto che questo Governo e anche altri governi, centrodestra compreso, abbiano introiti per circa 10 miliardi dal gioco lecito, mi fa pensare – ha concluso la Beccalossi – che siano economici gli interessi del Governo”. lp/AGIMEG