“Partendo dal semplice, ma non più scontato presupposto che l’attività prevalente di un bar (o di un’edicola, di una tabaccheria, etc) dovrebbe essere quella per cui si è ottenuta licenza di commercio, riteniamo sia necessario, in sintonia con l’attività di formazione e responsabilizzazione degli esercenti avviata dalla Regione Lombardia, separare drasticamente lo spazio deputato a questa attività fino a prova contraria (ossia a un cambio di licenza e alla trasformazione del locale in sala giochi a tutti gli effetti) prevalente, da quello deputato all’azzardo legale”.
Questo l’incipit dell’intervento dell’associazione No-slot oggi in Commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale della Lombardia nell’ambito della espressione del parere sul regolamento per l’accesso alle sale giochi.
“Riteniamo che questa divisione non miri alla “ghettizzazione” del giocatore, per il quale d’altronde Regione Lombardia ha messo in campo altre forme di tutela e garanzia. Riteniamo invece che questa separazione sia necessaria per determinare sia la condizione eccezionale dell’azzardo in un locale inizialmente deputato ad altro (mescita bevande, vendita generi alimentari, etc), ma soprattutto miri a tutelare chi giocatore non è. Riteniamo si debba, in merito alla separazione, replicare il modello accolto persino nei casinò di Las Vegas, nelle sale deputate alle slot machines: per tentare di decostruire la “zona” si è ricorsi a un divieto: nessun minorenne (ricordiamo che negli USA la maggiore età si raggiunge a 21 anni) può non solo giocare, ma nemmeno sostare accanto a una macchina o nei locali che la comprendono”. cz/AGIMEG