“Giocare da Grandi”, Del Barba: “Il gioco non va condannato a prescindere”. De Bertoldi: “E’ il cittadino a scegliere in che modo divertirsi”

Giocare da Grandi, a Roma l'incontro con l’Osservatorio sul Gioco Pubblico: i rischi del gioco d'azzardo e come il divertimento può trasformarsi in dipendenza

Il gioco d’azzardo spesso nasce come una forma innocente di divertimento, un passatempo che può regalare emozioni intense e momenti di svago. Tuttavia, c’è una linea sottile tra il divertirsi e l’esagerazione, una linea che può essere facilmente superata. Come osservato da alcuni, “Che il gioco abbia un influsso eccellente sull’umore della gente è incontestabile, quando uno vince mille franchi, non ha vinto mille franchi, ma la possibilità di vincerne altre cento”.

Questa ricerca continua di emozioni e vittorie può rapidamente trasformarsi in dipendenza, portando a gravi conseguenze finanziarie, personali e sociali. La consapevolezza di questi rischi, fondamentale per prevenire che il divertimento si trasformi in un pericoloso vortice senza uscita, è stato il tema di Giocare da grandi”, l’incontro con l’Osservatorio sul gioco pubblico, organizzato in collaborazione con Swg e IGT e tenutosi a Roma (Hotel Nazionale – Sala Capranichetta, Piazza Montecitorio, 125).

Mauro Del Barba: “Bisogna dare il giusto valore alla vita, al gioco e al denaro”

Ad aprire le danze è stato il Segretario della VI Commissione Finanze della Camera dei deputati Mauro Del Barba che condanna l’attaccamento al denaro. Nella vita, così come nel gioco bisogna saper perdere: “Mi occupo di questa vicenda dal 2014, anno della mia prima legislatura. Allora parlare a favore del gioco d’azzardo era qualcosa di rischioso. Io ho scelto di farlo per una questione etica, il gioco non va condannato a prescindere“.

“Venendo da una tradizione scoutista giocare significa giocare la vita. È evidente che quando il gioco intercetta il denaro iniziano i problemi perchè emergono differenze sociali e anche un certo tipo di opposizionamento politico che a me non piace. Io credo in un tipo di società non ipocrita, che dà valore al gioco, al divertimento e dà il giusto peso al denaro e quindi non si scandalizza di fronte all’idea di vincerlo o di perderlo”.

C’è una virtù anche nel perdere: “Bisogna accettare la sconfitta nella vita e nel gioco, altrimenti con la demonizzazione e l’attaccamento al denaro si sfocia nella ludopatia. Aumentano i rischi, diminuisce il divertimento“.

Andrea De Bertoldi: “Il cittadino sceglie la forma migliore di divertimento”

Alle riflessioni di Del Barba fanno eco quelle del collega Andrea De Bertoldi, in qualità di Membro della VI Commissione Finanze della Camera dei deputati: “Confermo che non è facile per chi fa politica, al di là di qualsiasi contesto di opposizione o di maggioranza, interessarsi, sostenere il gioco legale. Non era semplice per il collega, figurarsi per me che appartengo ad un partito che tradizionalmente non ha mai mostrato simpatia nei confronti del gioco”.

Per De Bertoldi lo stato etico di Hegel non esiste, perchè è il cittadino che sceglie in che modo divertirsi: “Ho una concezione liberale, lo Stato deve creare le condizioni perchè non avvengano le degenerazioni, è il cittadino che sceglie la forma migliore di divertimento, lo Stato non può decidere cosa deve fare e in che modo. Il gioco esiste da sempre, possiamo renderlo legale, gestirlo, controllarlo oppure far sì che le degenerazioni possano intaccare la salute pubblica”. vb/AGIMEG