Gara Lotto, la pericolosa scommessa del Governo

Anche se effettivamente mancano ancora circa 20 mesi alla scadenza (novembre 2025), Il Governo ha già puntato sulla nuova gara del Lotto. Per bocca di Guido Quintino Liris di Fratelli d’Italia, relatore del provvedimento in Commissione Bilancio al Senato, il Governo ha fatto sapere di voler accelerare sulla procedura di assegnazione della nuova concessione.

Insomma le casse erariali strizzano l’occhio alla concessione per gestire il gioco più antico al mondo (il Lotto vanta oltre 500 anni di onorato servizio) ancora attivo. Ma su come sarà fatta la gara ci sono non poche perplessità, per non dire rischi “non calcolati”.

Le ipotesi al vaglio al momento riguarderebbero un aumento della base d’asta: l’upfront fee ovvero la somma, immediatamente esigibile, che il vincitore della gara si impegna a versare allo Stato o – come riporta Repubblica – un ipotetico ribasso dell’aggio (il compenso del concessionario) che oggi è del 6%.

Due soluzioni che vedono fronti opposti. Per quanto riguarda l’upfront fee ricordiamo che IGT (all’epoca Lottomatica), che in oltre 30 anni di gestione ha saputo valorizzare il gioco del Lotto, pagò nel 2016 700 milioni di euro. La prossima concessione potrebbe arrivare a valere fino ad un miliardo di euro, soldi che il Governo potrebbe incassare subito con grande soddisfazione per l’Erario.

Ma c’è invece chi punta su una riduzione dell’aggio a fronte di un esborso immediato inferiore. E qui la scelta del Governo potrebbe essere molto rischiosa. Non si capisce infatti perché lo Stato dovrebbe di fatto “scommettere” alla stregua di quello che dovrebbe fare il concessionario che punta sul buon andamento futuro della concessione.

Insomma meglio prendere subito un miliardo di euro o incassare meno adesso e  scommettere sul buon andamento del Lotto nei prossimi 9 anni? La scelta non dovrebbe essere nemmeno in discussione visto quello che ci ha insegnato il mercato del gioco pubblico negli ultimi anni. Le previsioni su questo segmento di mercato sono soggette a rivoluzioni, ad imprevisti sociali, imprenditoriali, politici. L’imprevedibilità in questo settore è stata (purtroppo) spesso dominante come la storia insegna.

Non si capisce quindi perché lo Stato dovrebbe rinunciare ad un miliardo fresco e veloce, per una scommessa su un mercato “ballerino”. Il legislatore dovrebbe avere come obiettivo tenere aggio e base d’asta in perfetto equilibrio tra loro, massimizzando le entrate per le casse dell’erario e corrispondendo a chi si assume gli obblighi e i rischi d’impresa una contropartita equa.

Anche perché, il miliardo di euro da incassare rappresenta – come ricorda sempre Repubblica – un anticipo dell’aggio che il concessionario prima o poi recupererà proprio attraverso la gestione della concessione. Nessun può invece sapere a priori come andrà la raccolta. Legare i benefici della gara del Lotto all’andamento della raccolta potrebbe rivelarsi, per lo Stato, una pericolosa scommessa perdente. ff/AGIMEG