“I giocatori problematici preferiscono giocare lontano da casa e lontano dal luogo di lavoro, e per questo si spostano. Non sarà dunque il distanziometro, che sia di 300 o di 500 metri, ad evitare che queste persone possano giocare. Non è con l’espulsione del gioco legale che si può fare prevenzione rispetto alle problematiche legate al disturbo o dipendenza da gioco d’azzardo. Bisogna procedere con l’educare all’uso del denaro, a cominciare dai giovani, puntare sulla formazione del personale e migliorare le tipologie di controlli, coinvolgendo anche le polizie locali”. Lo ha dichiarato Domenico Faggiani, delegato di Anci Lazio e membro dell’Osservatorio sul Gap del ministero della Salute, che poi ha concluso: “ si rischia da un lato di non fare veramente prevenzione dall’altro di danneggiare il gioco legale, a tutto vantaggio dell’illegale”. lp/AGIMEG