Friuli, sale slot e bingo alla disperazione: “Anche se abbiamo riaperto la raccolta è in calo del 40% rispetto al periodo pre-Covid”

Uno dei settori maggiormente colpiti dalle chiusure imposte per fronteggiare il lockdown è quello del gioco. “Le perdite delle aziende sono molto semplici da calcolare – spiega Diego Zaghis, rappresentante del movimento spontaneo di 1500 attività di gioco pubblico del Friuli Venezia Giulia – basta pensare che in questi 17 mesi di pandemia le aziende dell’intrattenimento e del gaming sono rimaste chiuse per 14 mesi, perdendo circa l’80% del proprio fatturato con l’inevitabile ricaduta anche su tutta la filiera. La parte più colpita di tutti sono i dipendenti delle attività di intrattenimento, circa duemila persone nella nostra regione”.
Per Zanghis la situazione del comparto è drammatica: “Gli operatori in cassa integrazione – afferma ancora sulle pagine del Gazzettino-Friuli – su quel poco ci pagano anche le tasse. In più, se raccogli denaro per conto dello Stato, puoi pure sentirti dire dal direttore di banca a cui hai versato i soldi della raccolta del gioco fino a ieri, che per codice etico bancario un finanziamento per dare la tredicesima ai tuoi dipendenti non può concedertelo”.
Ora le sale gioco del Paese hanno riaperto, ma la situazione non è certo più rosea. “Il settore, quello lecito, è ripartito tra mille difficoltà e numeri sconfortanti: la raccolta è circa il 40% in meno rispetto al periodo pre-Covid, ma non è questo che preoccupa, bensì l’attuale norma regionale voluta dalla precedente amministrazione che, se non verrà modificata, ci costringerà a chiudere definitivamente l’attività di raccolta il prossimo 30 agosto”. A rischio migliaia di posti di lavoro: “Mi auguro che questa norma possa essere rivista anche alla luce dei deludenti dati provenienti dal Piemonte. Proprio in questi giorni l’attuale Giunta piemontese sta facendo marcia indietro con un disegno di legge proprio perché, se da un lato (la legge regionale attualmente in vigore ndr) non ha ridotto i malati di ludopatia, dall’altra ha favorito l’illegalità. Mi auguro – conclude Zaghis – che non si debba fare una manifestazione del settore per essere ascoltati, perché ritengo che sul tema vada superata l’ipocrisia del ‘vietare’ e del ‘ciò che non si vede non nuoce'”. lp/AGIMEG