“Riflettere oggi alla fine di questo nostro percorso sul mondo del gioco è un’occasione interessante per dire come stanno le cose: abbiamo davanti una tabula rasa con una nuova legislatura che potrà fare la differenza, se lo vorrà, per il mondo del gioco. La leggenda nera che aleggia sul gioco la conoscevo e ho provato a sfatarla e sono tuttora convinto che si tratti solo di una leggenda che possa essere superata dalla realtà. Quindi il miglior modo per far capire cos’è realmente il mondo del gioco è necessario farlo conoscere. Per fare questo vanno però raccolte un insieme di responsabilità da parte del Governo, Parlamento e ADM che non sempre questi tre attori hanno voluto sostenere. Ho trovato grandissima collaborazione nell’amico Marcello Minenna (DG ADM), grandissima collaborazione da parte di un ramo del Parlamento, meno dall’altro lato”. E’ quanto ha detto l’esponente della Lega e sottosegretario al Mef, Federico Freni, durante la Relazione conclusiva dell’attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.
“Credo che l’unico modo per sfatare la leggenda nera sia quello di rispondere con l’unico strumento serio che lo Stato ha a disposizione: la regolazione. Regolando noi risponderemo a coloro che credono che il settore del gioco sia marcio. Disciplinando riusciremo a far capire che il gioco non morde. Ovviamente, non bisogna nascondersi dietro un dito e negare che talvolta esso sia accompagnato da fenomeni patologici. Ma se esiste questa patologia non comporta rinunciare a dare una cornice normativa adeguata a questo settore in favore di una chiusura indiscriminata come tanti vorrebbero. La patologia va conosciuta e bisogna esserne consapevoli, impegnandosi per risolvere tutte quelle patologie che affliggono il mondo del gioco. Essere consapevoli non deve portarci a dire di fermarsi, ma deve spingere a regolare”.
“Ho tentato di disciplinare questo settore scrivendo una Legge delega che avrei avuto il piacere di raccontare le linee guida della Legge quando il Consiglio dei Ministri l’avesse calendarizzata per consentire alla Commissione e il Parlamento di migliorare quel testo, ma purtroppo essa non è stata calendarizzata. Sono convinto e auspico che il nuovo Governo possa calendarizzare questo tipo di legge. Sono convinto che senza un riordino del settore consapevole e coscienzioso le proroghe resteranno necessarie. Senza un riordino del settore le gare non sono possibili perché sono antieconomiche per i concessionari e lo Stato. Le gare si potranno fare quando il comparto sarà regolato in modo omogeneo con standard qualitativi e quantitativi di livello europeo”.
“Se non accettiamo l’idea che la regolazione è l’unica strada per fare le nuove gare resteremo impantanati e costretti a continuare con il sistema delle proroghe perché è un settore composto da concessionari dello Stato e da migliaia di lavoratori. Ogni punto gioco che chiude è un insuccesso per il sistema che non ha saputo disciplinare in modo adeguato strumenti e servizi che esistono in tutto il mondo. Il paradosso è che le discipline di secondo grado che fa l’Agenzia sono di gran lunga migliori di quelle che fa il legislatore. Una regolazione del gioco non solo è possibile, ma necessaria. Ciò che ho apprezzato maggiormente nella relazione finale della Commissione è questa spinta verso la necessità. Con ottimismo spero che chi prenderà il mio posto e chi gestirà il mondo del gioco dopo di me avrà lo stesso impeto e la stessa voglia che ho profuso io in questi mesi”. ac/AGIMEG