I tabaccai di Roma hanno protestato oggi contro gli impatti che la proposta di revisione della Direttiva europea sul tabacco potrebbe avere sulle proprie attività commerciali. La protesta, andata in scena simultaneamente a Madrid, Vienna e Varsavia segue quella organizzata a Bruxelles a gennaio e che ha visto migliaia di rivenditori di prodotti del tabacco sfilare davanti la Commissione e il Parlamento europeo.
La proposta di revisione della Direttiva europea prevede l’adozione delle immagini shock sul 75% della superficie del pacchetto rendendolo di fatto generico; l’eliminazione degli ingredienti che oggi diversificano i prodotti per gusto, fino all’eliminazione di intere categorie di prodotti, come le slim, e dei pacchetti da 10. E’ chiaro come queste misure spingerebbero i consumatori a ricercare i loro vecchi prodotti sul mercato illegale dando un ulteriore impulso al fenomeno del contrabbando, fenomeno che già oggi in Italia sta registrando un’impennata preoccupante. Infatti, il dato al primo trimestre del 2013 è pari al 9,6% registrando così una crescita del 300% rispetto al dato del 2011. Se questo livello di contrabbando dovesse confermarsi, a fine anno sarebbero ingenti le perdite per tutta la filiera: si stima che il mancato gettito per l’Erario sarebbe di circa 1,4 miliardi di euro e le perdite per i tabaccai ammonterebbero a circa 200 milioni di euro.
Nei prossimi giorni le competenti Commissioni del Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri della Salute si riuniranno per discutere ed approvare il testo che dovrà essere sottoposto al vaglio dell’Assemblea.
“Chiediamo che il Parlamento europeo mostri infine la giusta sensibilità nei confronti di un settore vitale per l’economia europea” dice Giovanni Risso, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai e della Cedt (Confédération Européenne des Détaillants en Tabac). “Chiediamo soprattutto di non essere ignorati quando ribadiamo che l’adozione di misure protezionistiche e demagogiche non potrebbe altro che essere dannosa e controproducente”. “Oltre che – conclude Giovanni Risso – addirittura fatale per le decine di migliaia di aziende familiari del settore che dal quotidiano lavoro dietro al bancone della tabaccheria, al servizio del cittadino e dello Stato, traggono sostentamento”. lp/AGIMEG