“Strano ma vero, quest’anno nella Legge di Bilancio non ci sono disposizioni di rilievo che interessano il mondo del gioco.
Già, perché a dirla con toni pungenti, negli ultimi anni la stragrande maggioranza delle leggi finanziarie prevedevano sempre, in un modo o nell’altro, di recuperare importanti risorse da questo settore. In primis un ritocchino al Preu degli apparecchi da intrattenimento.
Niente di tutto ciò, a questo giro. Complice la pandemia, che specie nelle ultime settimane ha registrato una spaventosa recrudescenza dei casi, l’aumento di qualsiasi tassazione è stato fortunatamente scongiurato. C’è da dire, a esser onesti, che a mancare sono anche le prescrizioni che il settore attendeva con ansia, ossia la proroga, fosse essa a titolo oneroso o gratuito, delle concessioni dei giochi che sono in scadenza (come ad esempio gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro, prevista a marzo prossimo) o di quelle che sono già scadute da tempo immemore. È il caso delle scommesse che operano in regime di proroga fin dal lontano 2016″. E’ quanto si legge in una nota della FIT.
“Ecco però che, nel silenzio della legge, la questione proroga fa almeno capolino in un ordine del giorno approvato in extremis dalla Camera, presentato dall’on. Mauro D’Attis (FI) che impegna il Governo a valutare la possibilità di prorogare le concessioni dei giochi pubblici per tutto il 2022 e comunque fino all’entrata in vigore della prossima regolamentazione del settore. Regolamentazione che, lo ricordiamo, ormai rappresenta un faro per tutti gli operatori, anche e soprattutto a seguito delle promesse del Sottosegretario con delega ai giochi, Freni.
Ma non solo: in attesa del nuovo testo unico sui giochi, l’OdG di D’attis impegna il Governo anche a valutare di sospendere le norme regionali e comunali che hanno effetti espulsivi dell’offerta di gioco nei relativi territori. Un vero e proprio colpaccio, se davvero il Governo traducesse in norma questo impegno.
Per rimanere con i piedi per terra, invece, si segnala un secondo OdG, firmatario stavolta l’on. Silvestri (M5S), che impegna il Governo a porre in essere qualsiasi iniziativa utile a garantire che tutti i dati raccoglibili dagli apparecchi o dalle piattaforme di gioco digitali o con qualsiasi altra modalità di registrazione e associabili a dati identificativi dei giocatori, non siano in alcun modo divulgati o utilizzati per fini diversi dalla tutela della salute pubblica.
Ancor di più, la richiesta è che tali dati non siano acquisibili, cedibili o utilizzabili da soggetti privati. Con tale costrutto, in estrema sintesi, oltreché a garantire un miglior rispetto della privacy, ciò che si vuole impedire è la profilazione dei giocatori e lo sfruttamento delle informazioni sulle loro abitudini e comportamenti di gioco da parte di società senza scrupoli.
Attenzione però: lo stesso ordine del giorno contiene anche un altro impegno, quello cioè per l’ADM di provvedere alla pubblicazione e di rendere pienamente accessibili tutti i dati relativi ai consumi, ai ricavi erariali e ai guadagni delle imprese concessionarie e gestori, almeno a livello comunale, per ciascuna tipologia di gioco.
Si tratta di uno strumento che era stato dato agli enti locali per effettuare una lettura più cosciente e ragionata del gioco nel proprio territorio. E adottare – magari fosse – misure di prevenzione del caso più razionali.
Ora, l’attesa per vedere se e quando questi ordini del giorno verranno effettivamente tradotti in legge, c’è. E non potrebbe essere che così, specialmente in relazione al primo dei due.
Con la scadenza imminente delle concessioni dei giochi, infatti, è impensabile non procedere a una proroga salvo ipotizzare di far andare a gambe all’aria l’intero sistema di raccolta nel nostro Paese. Insomma, l’unica cosa che dobbiamo capire sono i termini e le condizioni che si deciderà di dare a questa proroga”. cdn/AGIMEG