Fiasco (sociologo): “Sul gioco d’azzardo solo retorica. Ricerche prive di fondamento dissuadono Comuni e Regioni dall’adottare misure efficaci”

“Sul gioco d’azzardo, retorica e falsa coscienza orientano e disorientano, anche sui fogli di carta di ricerche prive di fondamento nell’offensiva per dissuadere Comuni e Regioni dall’adottare misure a tutela dei cittadini”. Così Maurizio Fiasco, sociologo e Consulente della Consulta Nazionale Antiusura, ha commentato un articolo dell’Avvenire incentrato sulla legge sul gioco del Piemonte. L’articolo plaude anche alle iniziative di contenimento del gioco attuate in Calabria e a Bergamo. Secondo l’Avvenire, la legge in Piemonte, in quasi un anno e mezzo, ha dapprima frenato l’espansione del gioco d’azzardo in più di mille Comuni della Regione, e poi invertito la tendenza. Ma la sua incolumità sembra essere minata ora dalle società di gioco con un difetto di epistemologia. “Ecco dunque spuntare come funghi le ricerche ad usum delphini, finanziate con una strana procedura. I Monopoli indicano ai concessionari di effettuare indagini sui giochi d’azzardo, e questi ultimi scelgono – senza vincoli di gara, ma a discrezione – i partner più congeniali per l’operazione di disinformazione. Il concessionario è incaricato di pubblico servizio, ma poi gestisce i suoi contratti ‘liberamente’. Operazione coronata da successo in Puglia”, si legge nel testo. In Piemonte, “pochi passi dal voto, il 7 di maggio scorso, la società di ricerca – realizzatrice di più report commissionati dai concessionari – è andata a esporre a Torino un pamphlet contro la legge regionale: «Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte ». Alla vigilia di una seconda tappa dell’entrata a regime del ‘distanziometro’ l’Eurispes ha lamentato che «la diminuzione dell’offerta interesserà pressoché l’intera area delle Vlt, che nel 2018 ha espresso un volume di giocate pari a circa 1 miliardo e 900 milioni di euro. Applicando una riduzione tendenziale dell’80%, si dovrebbe manifestare una riduzione pari a circa 1 miliardo e mezzo». Sommato questa decrescita alla chiusura di slot machine da bar, la «domanda di gioco legale » per una cifra «intorno ai 2 miliardi di euro… non s’incontrerà più con una corrispondente offerta legale». Insomma, nelle otto Province resterebbe un consumo contabilizzato di ‘solo’ 1 miliardo e 700 milioni in «apparecchi da intrattenimento»”. “Con il cambio di maggioranza si profila il serio rischio che i tentativi di esercitare un’interferenza indebita trovino orecchie sensibili, stando almeno a dichiarazioni in campagna elettorale del governatore eletto domenica scorsa”. cdn/AGIMEG