Non è una vera battaglia politica, ma due posizioni su livelli abbastanza contrastanti. Da una parte c’è il Ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli che è al lavoro per provare a far ripartire dal 27 aprile quante più attività possibili, rispettando il protocollo sulla sicurezza. Francesco Boccia ha spiegato alle Regioni che è possibile lanciare qualche segnale fin da lunedì prossimo, ma soltanto se le amministrazioni sono in grado di assicurare la rete di protezione studiata per la Fase 2. Si ragiona di un’apertura delle attività sette giorni su sette, agosto compreso, in modo da distanziare meglio i lavoratori. Va invece più in la nel tempo la visione sulle riaperture del premier Giuseppe Conte. “Si riapre solo quando possiamo farlo in sicurezza”. Si attendono le linee guida della task force di Vittorio Colao che comprenderanno anche il quadro delle possibili ripartenza partendo da indicazioni a livello nazionale per arrivare al dettaglio delle realtà regionali. Si tratta di un lavoro che potrebbe vedere la luce già giovedì o al massimo entro fine settimana. Saranno linee guida che serviranno a Conte per gestire la Fase 2. Toccherà al premier garantire dal 4 maggio la ripartenza, con criteri nazionali da posizionare sui casi delle singole regioni, che potranno a loro volta limitare le riaperture. Il piano è questo: dal 4 maggio riapertura del manufatturiero, del commercio collegato e dei cantieri edili. Seguiranno due settimane in cui resterà comunque in vigore il blocco della circolazione interregionale. Poi, dal 18 maggio, via libera ai negozi (tra cui i bar) con regole ben precise sul contingentamento delle entrate e misure sanitarie per personale e clienti. lp/AGIMEG