Fase 2: il Lazio riparte da test sierologici per forze dell’ordine e personale sanitario, smart working, pannelli divisori negli uffici, mascherine e distanziometro sociale

Trecentomila test sierologici per forze dell’ordine e personale sanitario, in maniera da poter valutare la circolazione del virus nel Lazio, smart working diffuso nella pubblica amministrazione, pannelli divisori negli uffici che hanno contatto con il pubblico, distanziamento sociale, mascherine soprattutto nei luoghi chiusi, norme puntuali per una riapertura progressiva delle attività produttive, vaccino anti-influenzale obbligatorio per gli ultrasessantacinquenni. Questo il quadro disegnato nella Regione Lazio dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, nel corso dell’audizione nella commissione regionale, presieduta da Giuseppe Simeone, per quanto riguarda la programmazione della “fase 2” nel Lazio. “Siamo in attesa di avere un’indicazione tecnica uniforme a livello nazionale”, ha spiegato D’Amato. “Il Lazio è una delle Regioni in cui il virus ha il più basso tasso di letalità e una di quelle che ha fatto più tamponi. Ora guardiamo a una riapertura graduale e prudente, nell’ambito delle misure che stabilirà il governo nazionale”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG