Fase 2, il Decreto Aprile diventa Decreto Maggio. Bozza “incompleta” sulla parte imprese. Conte: “Se rallenta la curva del contagio alcune attività potranno riaprire prima”

Torna  parlare di possibili riaperture, nel giorno della festa dedicata ai lavoratori, il premier Giuseppe Conte: “Sono sicuro – scrive il presidente del consiglio rispondendo alla lettera di un barbiere di Potenza – che, con il rispetto delle regole adottate, in alcuni territori si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio. E attività come la sua potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca: se abbassiamo il rischio di contrarre il virus e rispettiamo i protocolli di sicurezza, tanti clienti torneranno a tagliarsi i capelli senza essere bloccati dalla paura. Non farò di non sentire i vostri consigli, le vostre sollecitazioni, la vostra rabbia, la vostra angoscia. Non cadono nel vuoto, non sono parole al vento. Ci sono stati e continuano ad esserci ritardi nelle somme da erogare, chiedo scusa. Abbiamo lavorato al massimo per far ripartire a pieno regime il motore dello Stato, è ai dettagli un nuovo provvedimento con aiuti e misure per la ripartenza economica che saranno più pesanti, più rapidi, più diretti. Il mondo del lavoro è messo a dura prova. Tanti vivono con ansia e preoccupazione questa emergenza, fra attività chiuse e prospettive di lavoro a rischio. Molti nella fase più acuta di emergenza, hanno lavorato per assicurarci assistenza, soccorso, sicurezza e beni essenziali. Oltre 4 milioni tornano a lavoro lunedì grazie ai primi risultati delle misure di contenimento: potranno confidare nell’applicazione di rigidi protocolli di sicurezza, su cui saremo intransigenti”. Prende faticosamente forma il Decreto Aprile che, nell’intenzione del governo, dovrà innescare ed accompagnare la “fase due”, ma che le liti all’interno della maggioranza hanno fatto slittare di giorno in giorno fino a trasformarlo in un Decreto Maggio. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ne ha prefigurato il varo entro la prossima settimana. Nella bozza del decreto legge circolata ai piani alti del Tesoro fino a giovedì sera (composta per ora di 44), poco spazio alla parte imprese. E’ il versante più incompleto – segnala Repubblica- della bozza di decreto. Oltre alla moratoria dell’aumento della contribuzione per i contratti a tempo determinato rinnovati entro il 31 agosto, è previsto un “Fondo formazione” che dovrà accompagnare la ripresa graduale del lavoro: in particolare, con accordi territoriali e aziendali tra le parti sociali, verrà favorita la “rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa, finalizzando parte dell’orario di lavoro a percorsi formativi”. Il costo sarà a carico del Fondo nuove competenze dell’Anpal, con una dotazione iniziale di 230 milioni. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, la Cassa integrazione ordinaria per Covid-19 ci sarà, per un massimo di 18 settimane, fino al 31 ottobre prossimo e per chi la percepirà saranno confermati inoltre gli assegni familiari. Contemplata anche per chi è in Cassa integrazione straordinaria, prevedendo ovviamente la sospensione di quest’ultima che riprenderà in coda alla ordinaria. Confermata fino a tutto ottobre pure la Cassa integrazione in deroga, sempre con causale Covid-19. Proroga di due mesi per Naspi e Dis-Coll in scadenza tra il primo febbraio e il 30 aprile scorsi. Chi percepisce i vari ammortizzatori sociali o i redditi di emergenza e di cittadinanza, potrà essere impiegato in agricoltura per un massimo di 60 giorni, con una retribuzione massima di 2mila euro che si aggiungerà alle altre entrate. Moratoria dei “licenziamenti per giustificato motivo oggettivo”, prolungata da due a cinque mesi. lp/AGIMEG