Fasce orarie Roma, ricorsi rinviati al merito il 21 novembre. Intervengono anche 163 lavoratori del bingo per tutelare i posti di lavoro

Verranno discussi direttamente nel merito il 21 novembre prossimo i ricorsi intentati contro le fasce orarie di Roma Capitale. Lo ha stabilito la Seconda Seconda Sezione del Tar Lazio al termine della camera di consiglio di questa mattina, in sostanza perché le questioni sollevate dalle compagnie di gioco sono troppe e troppo numerose per poter essere affrontate con un provvedimento sospensivo.
Al centro dei ricorsi c’é l’ordinanza – pubblicata il 27 giugno scorso – con cui Roma Capitale ha consentito di accendere slot e vlt per 8 ore al giorno, dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23. I ricorsi intentati sono quattro,‎ due dalle concessionarie Sisal e Snaitech, altri due da compagnie che gestiscono delle sale bingo.
‎Le ricorrenti lamentano infatti che l’Amministrazione capitolina non abbia svolto alcuna istruttoria prima di adottare l’ordinanza – in particolare non ha interpellato gli operatori del settore – e quindi non abbia valutato le ricadute effettive che avrà il provvedimento. Le ore di stop imposte agli apparecchi – spiegano infatti – minerà pesantemente I bilanci degli operatori, e determinerà di conseguenza la chiusura delle sale e il licenziamento dei dipendenti. Inoltre, le ricorrenti sostengono che lo stop abbia una durata eccessiva e non motivata: gli Enti locali a settembre scorso avevano infatti siglato un accordo con il passato Governo – che però non ha mai tradotto l’intesa in un decreto, come era invece previsto – impegnandosi a non fermare il gioco per più di sei ore al giorno. Roma Capitale in sostanza ha adottato un limite di gran lunga superiore senza giustificare in alcun modo la necessità si questo intervento.
‎Nel ricorso intentato da uno degli operatori del bingo, peraltro, si sono costituiti anche i 163 dipendenti  per difendere I propri posti di lavoro, sostenendo anche loro che le fasce orarie porteranno al loro licenziamento. lp/AGIMEG