Faggiani (Comp. oss. gioco azzardo Lazio): “Riordino giochi va fatto in tempi brevi, ma con una normativa adeguata. La riforma deve avere il pieno coinvolgimento delle autonomie locali e degli operatori del settore”

“Il disegno di legge Delega al Governo per la riforma fiscale è all’esame della commissione Finanze della Camera dei deputati. L’attenzione sui contenuti di questa proposta è grande, considerata l’importanza della materia: la revisione del sistema tributario. Il disegno di legge è composto da 20 articoli; nel Titolo secondo, relativo ai Tributi, vi sono tre Capi.

Il Capo primo – si legge in un articolo a firma del componente dell’Osservatorio sul fenomeno del gioco d’azzardo del Lazio, Domenico Faggiani – si occupa di imposte sui redditi, imposta sul valore aggiunto e imposta regionale sulle attività produttive. Il Capo secondo riguarda gli altri tributi indiretti: imposta di registro, imposta sulle successioni e donazioni, imposta di bollo e altri tributi indiretti diversi dall’IVA. Il Capo terzo, composto da un solo articolo, si occupa di Giochi. Si tratta dell’articolo 13 con il quale viene previsto di delegare al Governo il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici“.

“E’ una delega molto importante in quanto non riguarda soltanto le questioni di natura fiscale ma, più in generale, tutta l’organizzazione dell’attività del gioco pubblico, in particolare quello con vincita in denaro. Quindi l’attività regolatoria, le questioni di natura sanitaria e sociale, a cominciare dalla prevenzione del gioco d’azzardo patologico, l’organizzazione dei controlli al fine di prevenire il gioco minorile e contrastare ogni forma di illegalità.

A differenza di quanto accaduto nel corso della precedente legislatura, non si è scelta la strada di un autonomo disegno di legge, ma si è preferito inserire il testo all’interno del più ampio disegno di legge di delega fiscale.

Ricordiamo che lo scorso anno il MEF – grazie al lavoro del sottosegretario on. Freni – aveva messo a punto un autonomo disegno di legge sul riordino del settore del gioco pubblico; un testo largamente condivisibile, che aveva raccolto un ampio consenso ma che, anche a causa della crisi di governo e del successivo scioglimento delle Camere, non era andato in porto.

“Sarà il tempo, ovviamente, a dire se la scelta fatta dall’attuale Governo sia quella giusta. Per ora si può constatare che il testo, approvato dal Governo, è già in discussione in Parlamento e diversi esponenti della maggioranza parlamentare e dello stesso Governo hanno espresso la volontà di giungere in tempi brevi all’approvazione finale della legge. Condurre in porto, in tempi rapidi, la riforma fiscale consentirà dunque, salvo sorprese, di portare a casa anche la delega per il riordino del settore del gioco, una riforma attesa oramai da tanti, troppi anni e non più rinviabile.

“Fare presto” è quindi una cosa estremamente positiva, ma bisogna anche “fare bene”. E questo significa pervenire ad un testo unico, ad un riordino di tutta la materia con una riforma che veda il pieno coinvolgimento di tutte le autonomie locali, oltre che degli operatori del settore.

Occorre la piena condivisione delle Regioni, pena il rischio di fallimento di tutta la riforma; alle Regioni, infatti, spettano competenze molto importanti, a cominciare da quelle socio-sanitarie.

Occorre il pieno coinvolgimento dei Comuni, enti in prima linea nella tutela del cittadino, a cominciare dalla sua salute, nella tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, nel contrasto ad ogni forma di illegalità, comprese quelle nel settore del gioco. Ai Comuni spetta la pianificazione dell’offerta di gioco sul territorio, al fine di una distribuzione omogenea che, tra l’altro, eviti il crearsi di “zone rosse”, e questo nell’ambito di norme nazionali concordate in sede di Conferenza Unificata. Ai Comuni, inoltre, vanno assicurate – tramite i pani GAP regionali – le risorse per assicurare una adeguata attività di formazione del personale a cominciare dagli operatori della polizia locale”.

“Il ruolo delle Regioni, la partecipazione dei Comuni, il pieno coinvolgimento e la responsabilizzazione degli operatori, potranno costituire la garanzia per il successo della riforma“, conclude Faggiani. lp/AGIMEG