“La legge del Lazio è del 2013 e il Consiglio regionale ha già apportato 3 modifiche. A luglio del 2018 la Regione ha istituito l’osservatorio sul fenomeno del gioco d’azzardo. Ebbene, sia nell’ottobre 2018 e nel 2020, il Consiglio regionale non ha ritenuto opportuno coinvolgere l’osservatorio. So che l’attenzione è posta più sulle misure che scatteranno ad agosto, ma voglio far luce anche su altri aspetti. Innanzitutto, per la formazione del personale e credo che fosse necessario prevedere espressamente nella legge corsi di formazione obbligatori e definire tempi, soggetti attuatori e modalità di attuazione”. E’ quanto ha affermato il componente comp. Osservatorio della Regione Lazio su gioco d’azzardo patologico, Domenico Faggiani, nel corso del webinar organizzato da Acadi “Analisi dell’impatto sociale del settore del Gioco Pubblico nella Regione Lazio e delle conseguenze dell’entrata in vigore della L.R 5/201”. “Sul distanziometro per come è concepito è sbagliato, semmai andrebbe visto un meccanismo di distanze tra i punti di gioco unendolo ad una riduzione di tutta l’offerta di gioco attraverso un riordino del comparto. La scelta del raggio per la distanza rischia di generare un contenzioso sulla certezza delle distanze e si avrebbe la quasi totale espulsione del gioco legale dalle città del Lazio, con la conseguenza che questi spazi liberi vengano occupati da quello illegale. La prova la stiamo avendo con il periodo delle chiusure per il Covid. Ogni giorno vengono scoperte attività illegali e sicuramente ciò che viene scoperto è solo la minima parte. Ciò accadrebbe con l’applicazione delle norme della legge regionale del Lazio. Io credo che un’attenta riflessione debba essere avviata da subito all’interno della Regione senza aspettare agosto e forse, in questa situazione, una proroga all’entrata in vigore di quelle norme sarebbe la giusta decisione. A monte di tutto, però, c’è il riordino della materia del gioco per ridurre e riqualificare l’offerta di gioco che consentirebbe di affrontare più adeguatamente il tema della dipendenza. Se i proventi dell’illegale sono stimati tra gli 8 e 11 miliardi di euro, il recupero di una parte di essi consentirebbe di avere maggiore risorse da destinare anche agli enti locali. Insomma, una normativa nazionale che riprendendo il senso dell’accordo in Conferenza Unificata del 2017 consenta di riordinare la materia per arrivare ad una cornice all’interno della quale poi collocare le leggi regionali adeguatamente riviste e i regolamenti comunali. Questo del riordino dovrebbe essere il primo obiettivo da perseguire entro questo anno in modo tale da proseguire con i bandi per le concessioni. Mi auguro che questa sia anche la volontà del governo attuale”. ac/AGIMEG