Rapporto Lottomatica-Censis: “La prolungata chiusura del gioco pubblico durante i lockdown ha inferto un duro colpo al settore”

“Nel 2020 la raccolta complessiva, ovvero l’ammontare complessivo delle
puntate effettuate dalla collettività dei giocatori è stata di oltre 88 miliardi di
euro, le vincite sono state pari a 75,4 miliardi, cioè l’85,3% della raccolta, la spesa effettiva quindi è stata poco meno di 13 miliardi, ripartita tra gettito
erariale e ricavi per le imprese (net gaming revenues).
Il confronto con l’anno precedente rende evidente il duro colpo che il settore
ha subìto in pandemia, esito della prolungata chiusura a cui è stato costretto:
infatti, rispetto al 2019 si registrano -22,2 miliardi di euro di raccolta (-
20%), -15,7 miliardi di euro di vincite (-17,2%), -4,1 miliardi di gettito
erariale (-36,3%) e -2,3 miliardi di euro di ricavi per le imprese (-28,9%).
Numeri da brivido, i cui effetti sono destinati a durare nel tempo, e che non
sono stati certo colmati da ristori e bonus. Il settore è stato sicuramente tra i
più penalizzati dalle misure restrittive che, di fatto, ne hanno sospeso
l’attività in presenza.
A questo stadio conta non solo la durezza del prolungato periodo restrittivo
e il massiccio ricorso di operatori e lavoratori ad ammortizzatori sociali e
bonus di vario tipo, ma anche le difficoltà future attese che aleggiano.
Infatti, sono stimate in circa 1.600 le sale giochi e sale scommesse che non
hanno ancora riaperto e che, presumibilmente, non riapriranno.
Sono i numeri di una crisi strutturale che ha bisogno di un atteggiamento
molto diverso delle politiche pubbliche in vista del rilancio. Non solo
sostegni per sopravvivere, ma un’attenzione al valore che il settore crea e
che pertanto, al di là delle restrizioni imposte dalla pandemia, va messo
nelle condizioni di dispiegare le sue potenzialità, in un quadro di certezze
per gli investimenti”. E’ quanto riporta il rapporto Lottomatica-Censis presentato oggi a Roma. “Nel mezzo della crisi profonda descritta, nell’anno c’è stato anche il boom
del gioco a distanza, che ha registrato 49,2 miliardi di euro di raccolta, con
+12,8 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, pari ad un eccezionale
+35,3%.
Anche se la crescita dell’online non è bastata a colmare il taglio della
raccolta fisica (39,1 miliardi di euro, -35 miliardi di euro rispetto al 2019,
cioè -47,2%), tuttavia ha avuto una performance straordinaria. Da tener
presente che la raccolta del gioco a distanza in dieci anni è salita dal 7,2%
della raccolta totale al 32,9% nel 2019, per poi decollare letteralmente al
55,7% nel 2020. un indicatore evidente della digitalizzazione forzata avvenuta anche nel
settore, in linea con quanto accaduto in altri ambiti della nostra società.
Lockdown, restrizioni, vincoli di ogni tipo hanno indotto l’apprendimento di
massa del digitale ai cittadini, che poi si sono dimostrati particolarmente
smart nell’utilizzarlo in ogni ambito, incluso il gioco.
Pertanto, il ricorso al gioco a distanza non ha una sua dinamica autonoma,
intrinseca, piuttosto è una delle modalità di manifestazione della più
generale digitalizzazione della vita quotidiana degli italiani.
Infatti, solo il 7% delle persone che si collegano al web ha avuto difficoltà
mentre giocava online e, d’altro canto, le persone sono sempre più sicure
nell’accesso al web: quasi 7 su 10 non temono per identità e pagamenti, e
ciò incentiva lo svolgimento online di tutte le attività che generano passaggi
di denaro. In tanti hanno lungamente criticato l’affermazione per cui il gioco legale è il
principale argine contro il gioco illegale: il periodo pandemico si è
incaricato di mostrare nel concreto, come un esperimento di vita reale, la
validità della tesi indicata.
Infatti, a fronte del blocco del gioco legale nei punti vendita fisici, si è
registrato un boom del gioco illegale che, rispetto al 2019, quando il suo
fatturato era stato stimato in circa 12 miliardi di euro è salito nel 2020 a 18
miliardi, +50%. Il persistere di restrizioni nel 2021 rende probabile un
ulteriore rialzo fino a superare i 20 miliardi di euro.
Una dinamica perversa, che tuttavia conferma la funzione del gioco legale
come contesto regolato e trasparente che non solo catalizza la voglia di
giocare nelle persone ma evita anche che almeno una parte finisca per
rivolgersi al gioco illegale.
Ulteriore conferma che il periodo pandemico è stato molto favorevole allo
sviluppo del gioco illegale proviene dai dati sulle attività di contrasto delle
forze dell’ordine: infatti, dall’inizio del 2020 sino al mese di aprile del 2021 è
stata scoperta una sala clandestina ogni 3 giorni, per un totale di 145 inchieste
condotte dalle forze dell’ordine. Le persone denunciate sono state almeno
1.000, più del doppio rispetto al 2019”, aggiunge.

cdn/AGIMEG