Eurispes: presentazione dell’Osservatorio su Banca, Finanza, Assicurazioni (OBAF) e del progetto Banche NPL e ristrutturazione delle imprese

Nel quadro delle proprie attività, l’Eurispes ha istituito l’Osservatorio Permanente su Banche, Finanza, Assicurazioni (OBAF).

Nel corso del webinar di presentazione che si è svolto online, il Prof. Luciano Panzani, Presidente dell’Osservatorio, ha spiegato che: «La costituzione e l’avvio dell’Osservatorio permanente su Banca, Finanza ed Assicurazioni (OBAF) nasce dalla volontà dell’Eurispes di occuparsi in modo strutturato di un settore fondamentale della nostra economia in un momento in cui la crisi pandemica ha messo in luce notevoli criticità, ma costringe anche a pensare in termini innovativi e progettuali. Una sfida per il futuro del Paese».

La Dott.ssa Claudia Bugno, Consigliere delegato Eurispes per lo sviluppo dell’Osservatorio, ha voluto sottolineare inoltre: «La fase di profonda crisi che stiamo vivendo può rappresentare una grande opportunità per il nostro Paese, anche grazie ai 236 miliardi di Euro del Pnrr e le stime che vedono il Pil italiano in crescita sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%). I settori bancario e finanziario assumono, dunque, un ruolo cruciale per sostenere l’economia e rafforzare le filiere, evidenziato anche dalla loro inclusione tra i settori strategici dal Decreto Liquidità. In questo contesto, è imprescindibile considerare il “rischio NPL e UTP” in ottica di interesse nazionale: i crediti in sofferenza rappresentano delle potenzialità stagnanti e il loro recupero proattivo costituisce l’occasione per intervenire strategicamente su aree marginali e territori depressi, anche tramite alleanze e sinergie tra sistema finanziario, istituzionale e imprenditoriale per sostenere una competitività sempre più globale».

Tra gli interventi, quello del Prof. Pier Carlo Padoan, Presidente di UniCredit, il quale ha spiegato che: «Il significativo miglioramento della qualità dell’attivo delle banche italiane, perseguito negli ultimi anni, consentirà al sistema creditizio di affrontare lo scenario post-pandemia da una posizione di forza. Inoltre, le banche, rispetto al passato, hanno imparato a gestire meglio i grandi stock di NPE e il mercato stesso appare maggiormente attrezzato a gestire nuove ondate di crediti in sofferenza forte di una profondità mancante in passato. Per affrontare in maniera efficace l’aumento prospettico dei volumi di crediti deteriorati, le banche dovranno essere sempre più in grado di identificare precocemente i segnali di deterioramento del credito e i clienti/settori più rischiosi e ottimizzare il valore di recupero scegliendo, di volta in volta, la strategia più appropriata».

Il webinar si è poi concentrato sul fenomeno NPL e sul rapporto tra banche, imprese e cessionari grazie all’approfondimento affidato ai professori Marcello Messori e Lorenzo Stanghellini.

La decisione di costituire l’Osservatorio OBAF parte dunque dall’importanza che il settore bancario, assicurativo, finanziario riveste per lo sviluppo dell’economia del nostro Paese. Gli effetti della crisi pandemica incideranno infatti sul processo di rapida trasformazione che sta affrontando il comparto, accentuandone alcune particolari criticità. Inciderà inoltre sui processi di ristrutturazione delle imprese colpite dalla pandemia, ma tuttora vitali.

L’efficienza del sistema bancario e di quello assicurativo e finanziario costituisce un elemento fondamentale per garantire la ripresa del Paese, e configura uno degli indici essenziali per misurare la competitività del sistema Italia. Utilizzando una metafora, si tratta della “infrastruttura” giuridico-economica che consentirà nuovo sviluppo.

Nel contempo, l’attuale situazione socio-economica impone l’esigenza di rimodulare il rapporto tra imprese, consumatori e istituzioni bancarie e assicurative, al fine di garantire trasparenza ed effettiva tutela, in uno scenario del tutto inedito. Tecnicità contrattuali, normative ed operative sono spesso di ostacolo alla concreta tutela degli utenti.

Non possono, infine, essere sottovalutati gli effetti economici e sociali di alcuni fenomeni “patologici” legati al settore bancario, assicurativo e finanziario, ma che debbono essere contrastati dallo Stato, quali l’ipertrofia del contenzioso e le frodi in materia assicurativa.

Sono infatti evidenti sia le ricadute negative sui cittadini e sui carichi di lavoro della giustizia civile e penale, sia le possibili connessioni con la criminalità organizzata.

L’Osservatorio si contraddistingue per un metodo di ricerca interdisciplinare, che coniuga l’analisi giuridica, economica e sociale con l’esperienza e la sensibilità al “novum” tipica degli operatori del settore.

Due, in particolare, sono obiettivi che l’Osservatorio vuole raggiungere: da un lato, offrire un contributo originale al Legislatore, per l’adozione di interventi normativi necessari ad assicurare l’efficienza del settore e la tutela dei cittadini; dall’altro, offrire agli operatori di settore strumenti e chiavi di lettura analitica che possano essere di ausilio nello svolgimento dell’attività e nelle scelte gestionali.

L’Osservatorio si avvale di un Comitato Scientifico il cui compito è quello di definire ed approfondire le linee di sviluppo della ricerca e la cui composizione evidenzia il carattere multidisciplinare delle attività.

Il primo dei progetti di ricerca selezionati dal Comitato prende in oggetto l’analisi del fenomeno dei Non Performing Loans alla luce delle emergenze della crisi pandemica, con particolare riguardo alla solidità del sistema bancario, specialmente con riferimento alle banche di minori dimensioni, agli effetti sociali ed economici dei crediti in sofferenza, al rapporto banche-imprese e cessionari ed alle difficoltà che la gestione e la cessione di questi crediti genera nei processi di ristrutturazione delle imprese in crisi.

Si tratta di un tema di particolare attualità alla luce delle recentissime indicazioni della Commissione Ue che individua quale fattore di vulnerabilità per la ripresa italiana il rischio che i crediti deteriorati, seppure in diminuzione negli ultimi anni, tendano nuovamente ad aumentare una volta che le misure di sostegno saranno ritirate.

Il fenomeno dei cosiddetti NPL (Non Performing Loans) ha assunto proporzioni molto vaste in Italia negli anni successivi alla crisi finanziaria del 2008 e alla crisi del debito sovrano del 2011-13, gravando in modo pesante sui bilanci delle banche italiane, specie a partire dal 2012 e fino al 2016.

Nel corso degli ultimi anni il sistema bancario italiano ha fortemente ridotto l’ammontare dei crediti deteriorati in portafoglio, principalmente mediante cessione a terzi. Questa riduzione ha comportato in media un costo, rappresentato dal minor realizzo sui crediti rispetto al valore di bilancio connesso ai preesistenti accantonamenti. Per giunta, i prezzi medi di cessione sono stati presumibilmente inferiori rispetto a quanto si sarebbe potuto ottenere tramite azioni giudiziali. A quest’ultimo riguardo, va peraltro notato che i tempi delle azioni giudiziali sarebbero stati incompatibili con i vincoli posti dalla normativa e dalle indicazioni di vigilanza. Le cessioni hanno interessato non soltanto i crediti in sofferenza, ma in modo crescente anche la quota dei crediti deteriorati ancora “vivi”, costituita dalle “inadempienze probabili” o UTP (unlikely to pay).

Gli effetti sono stati quelli di alleggerire i bilanci bancari dai vincoli accumulati ma, al contempo, di ridurre la redditività bancaria e – forse – di aumentare le difficoltà dei debitori in crisi nel trattare con nuovi interlocutori

Le previsioni sono che, specie nel 2022-23, la crisi pandemica della prima metà del 2020 e il forte rallentamento fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 porterà ad un nuovo incremento di NPL e, in particolare, di UTP. La positiva reazione dell’economia europea, inclusa quella italiana, alla seconda e terza ondata pandemica sta attenuando gli effetti attesi di tali incrementi sui bilanci bancari. Resta il fatto che, specie per quei gruppi bancari o banche di dimensioni minori e poco patrimonializzate, l’impatto negativo potrebbe richiedere aumenti di capitale o rendere inevitabili consolidamenti.

A ciò va aggiunto che vi potrebbero essere conseguenze negative, in termini di disponibilità di finanziamenti e di condizioni di solvibilità, per le parti più fragili del sistema delle imprese. La normativa di vigilanza bancaria, anche europea, renderebbe infatti difficile un sostegno aggiuntivo alle imprese in crisi nonostante che, per le imprese in procedura, possa essere attribuito un rango prioritario al finanziatore. Particolarmente rilevanti potrebbero essere questi effetti sulle imprese che già si trovavano in condizioni di difficoltà prima della pandemia, in quanto esse sono escluse dalla deroga al divieto di aiuti di Stato prevista dal Temporary Framework approvato dalla Commissione europea nel marzo del 2020 (e successivamente aggiornato).

L’obiettivo generale della ricerca dell’Eurispes è, da un lato, quello di valutare meglio le modalità e le conseguenze del rapido riassorbimento dei NPL nel periodo 2017-2019 sia rispetto al settore bancario sia rispetto al settore “reale”; dall’altro, quello di formulare previsioni sullo sviluppo del fenomeno nella fase post-pandemica, così da individuare, o ideare, gli strumenti operativi più idonei a gestirlo.

Il Comitato ha selezionato altri tre progetti per il 2021-2022 che avranno ad oggetto il settore bancario ed assicurativo, tra cui uno studio dedicato ai profili penalistici dei fenomeni analizzati. cdn/AGIMEG