“Gli esports, conosciuti anche come gaming competitivo, sono una forma di competizione elettronica organizzata che avviene tramite e grazie ai videogiochi. Il prefisso “e” sta per “electronic” e sottolinea il carattere digitale di questo nuovo fenomeno. Gli esports coinvolgono videogiocatori professionisti, semiprofessionisti o amatoriali che si affrontano, come individui o come parte di un team, al fine di superare la concorrenza degli avversari”. E’ quanto sottolinea AESVI – l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia – nella sua Guida agli Esports. La Guida agli Esports si divide in quattro capitoli principali. Il primo capitolo parte da una definizione di esports, una descrizione delle sue origini e dell’ecosistema sinergico da cui è composto. Il secondo capitolo offre una panoramica sintetica sui principali generi esports e spiega quali tipologie di titoli possono avere delle potenzialità competitive. La lettura prosegue con il capitolo tre che fa chiarezza su quali sono le figure professionali legate al settore facendo luce sulle potenzialità di questa industria. Il quarto, e ultimo, capitolo orienta i lettori verso quelli che sono le piattaforme più diffuse per seguire gli esports. Completa la guida, un utilissimo glossario, che fornisce definizioni chiare e fondamentali su circa 30 termini tecnici più diffusi e utilizzati. Infine, la guida si chiude con una serie di schede descrittive delle aziende che hanno deciso, insieme ad AESVI, di fondare AESVI 4 Esports, un nuovo ramo dell’Associazione che opera in maniera verticale sugli esports. Sono quindi presenti i profili dei soci fondatori, tre organizzatori specializzati in eventi esports – ovvero PG Esports, ProGaming Italia/ESL e Hellodì, – e sette team esports ceh gestiscono squadre di videogiocatori professionisti che oprarno sia a livello italiano che internazionale – Exeed, HSL Esports – Hic Sunt Leones, Mkers, Moba ROG, NLE – Notorious Legion Esports, QLASH, Samsung Morning Stars – che si stanno occupando nel tempo di sviluppare e promuovere il settore degli esports in Italia. “Negli ultimi anni – aggiunge la guida – gli esports si sono evoluti e hanno iniziato a coinvolgere numerosi e diversi attori affermandosi come fenomeno internazionale tramite l’organizzazione di campionati e/o tornei e aumentando vertiginosamente il numero dei fan. In origine, le competizioni erano per lo più amatoriali e i montepremi in palio per i campioni erano solo di poche migliaia di euro. Oggi, invece, parliamo di un’industria strutturata che genera milioni di euro e si prevede possa generarne miliardi negli anni a venire. Secondo il Global Esports Market Report realizzato da Newzoo, nel 2018 l’industria degli esports ha generato ricavi per un totale di 865 milioni di dollari, mentre i ricavi generati nel 2019 sono destinati a superare il miliardo. Nel 2019 la fanbase mondiale degli esports ha raggiunto i 454 milioni: in Italia, secondo il Rapporto sugli Esports 2019 realizzato da AESVI in collaborazione con Nielsen Sports & Entertainment, la fanbase degli esports è di circa 1.200.000 di persone comprese tra i 16 e i 40 anni. Entro il 2022 si prevede che la fanbase mondiale raggiunga i 645 milioni, con ricavi generati dall’industria di circa 1 miliardo e 790 milioni. Il settore degli esports è un vero e proprio ecosistema che funziona grazie alle sinergie tra i principali attori coinvolti: videogiocatori (streamer/influencer), team, organizzatori di eventi, developer/publisher, broadcaster e brand. Tuttavia, le aziende che operano nel settore degli esports possono rivestire diversi ruoli contemporaneamente: possono operare come organizzatori di tornei o come creatori di contenuto, possono finanziare l’organizzazione di una competizione attraverso l’attivazione di una partnership o trasmettere i contenuti di un torneo, e molto altro”. “Lo sviluppo di videogiochi ha intrapreso due strade ben differenti: da una parte vi sono i titoli single player, concepiti per raccontare una storia complessa e ricca di avvenimenti. Tali titoli sono coinvolgenti tanto quanto un romanzo e visivamente immersivi come un film. D’altra parte troviamo i titoli multiplayer, ideati per essere giocati con altri videogiocatori, sia in maniera cooperativa che competitiva, aggiungendo all’esperienza videoludica una componente di socialità”, aggiunge la guida. Tra i generi più diffusi di videogiochi: MOBA, che sta per Multiplayer Online Battle Arena. Nei MOBA, due team da cinque giocatori ciascuno si affrontano all’interno di una mappa circoscritta. Il primo team che distrugge la base avversaria è dichiarato vincitore. Gli FPS, che significa “First Person Shooter”, letteralmente sparatutto in prima persona. Il genere degli FPS è caratterizzato da una visuale soggettiva che simula il punto di vista del personaggio giocante. Gli FPS sono oggi uno dei generi esports di maggior successo. I titoli strategici in tempo reale, detti anche RTS dall’inglese Real Time Strategy. I Battle Royale dove l’obiettivo principale è quello di sopravvivere fino a essere l’ultimo giocatore rimasto. I picchiaduro, conosciuti anche come “fighting games”, che sono una forma di gioco d’azione dove due videogiocatori controllano ognuno un differente personaggio ingaggiando combattimenti 1 contro 1. I videogiochi sportivi sono titoli che simulano, in maniera più o meno realistica, una disciplina sportiva replicando le dinamiche dello sport corrispondente. Ed infine gli ODCCG, che sta per Online Digital Collectible Card Games e identifica i videogiochi di carte collezionabili. cdn/AGIMEG