Un lettera per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per protestare sulla tassa allo studio del Mef che imporrebbe un prelievo dello 0,75% sulla raccolta delle scommesse sportive. E’ la protesta organizzata dagli amministratori del gruppo Facebook e Telegram “Esercenti delle scommesse sportive”. “Abbiamo letto di un aumento dell’imposizione fiscale a carico della nostra categoria – si legge nella lettera – che ove attuato comporterebbe una grave discriminazione a nostro danno. Non è accettabile infatti che in un momento di così grave emergenza economica la nostra categoria anziché ricevere debba addirittura dare. Non sappiamo quando potremmo riaprire, non sappiamo che tipo di affluenza avremo, i nostri dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione, non abbiamo accesso al credito bancario ma a questo punto siamo certi che ai sicuri costi di gestione per il distanziamento sociale rischiamo di vedere i nostri redditi ancora più falcidiati. Ricordiamo al Governo che la scommessa sportiva è un gioco di abilità che necessita di una profonda conoscenza del mondo dello sport e non un mero gratta e vinci. A questo punto ove il provvedimento rimanga quale quello preannunciato non ci resterebbe altra alternativa se non quella di rinunciare alle nostre attività con tutte le conseguenze del caso. Siamo stanchi di essere discriminati come fossimo imprenditori di serie B. Vorremmo – conclude la lettera – pertanto richiamare il Governo al rispetto della Carta Costituzionale”. lp/AGIMEG