“Sono una delle decine di migliaia di persone che trae il proprio sostentamento famigliare dalla gestione dei punti scommesse riconosciuti dallo Stato. La proposta del Governo emersa in queste ore di destinare lo 0,75% della raccolta delle scommesse sportive per alimentare il “Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale” metterà in condizioni di gravissima difficoltà me e la mia famiglia, in un momento in cui siamo già in ginocchio perché le attività da cui traiamo il reddito famigliare sono chiuse da due mesi, senza una data di riapertura e con la cassa integrazione in corso”. Inizia così la lettera che tanti esercenti delle scommesse sportive invieranno all’Ufficio di Presidenza del Consiglio, a Gualtieri, Misiani, Guerra, Spadafora, Castelli, Baretta, Franceschini, Margiotta, Turco e Bellanova, oltre che ad una ventina di parlamentari. L’iniziativa è promossa dal gruppo “Esercenti scommesse sportive”. “Lo sport è importante – continua la lettera – ma non può essere tutelato a spese della dignità del lavoro altrui e facendo perdere a migliaia di famiglie i propri mezzi di sostentamento.
Certi di un suo interessamento, chiediamo che il Governo faccia al più presto marcia indietro, e che possiamo continuare a mantenere con il nostro lavoro e non con i sussidi dello Stato.
Sono costretto a mandare questa email, avente una esclusiva finalità di protesta e senza alcuna volontà di arrecare disturbo, poiché in questo periodo di emergenza sanitaria tuttora in corso, pur vivendo questo notevole disagio della dignità personale, non sono consentite altre forme di protesta, né sotto forma di assembramento, né per raccolta di firme.
Non ce la facciamo più!”. lp/AGIMEG