“Uno studio dell’università di Neuchâtel stima in oltre 6 miliardi i danni sociali e sanitari causati dal gioco d’azzardo. Perché dunque perseguire questa assurda espansione? Fondazioni e associazioni non profit hanno implorato di invertire la rotta e che la delega non andasse a chi aveva spinto alla diffusione di questi cosiddetti giochi, invece proprio Giorgetti è stato scelto dal Governo Letta. Per quale motivo, nonostante le autorevoli proteste? Come si intende sgomberare il campo dai dubbi di conflitto di interesse che hanno investito diversi esponenti del Governo?”. Lo ha chiesto, intervenendo in Aula, il senatore del Movimento 5 Stelle Giovanni Endrizzi, aggiungendo che “sono domande alle quali i Ministri dovranno ora rispondere: un’interrogazione verrà presentata a breve”. Endrizzi ha sottolineato “il conflitto di interessi tra politica e industria del gioco d’azzardo e il trasparire di una precisa volontà politica di assegnare nuovamente la delega al sottosegretario del PdL Alberto Giorgetti”, il quale “non solo ha avuto la delega al gioco d’azzardo, ma anche un più ampio potere sulle questioni di competenza dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, da cui l’erario emunge annualmente decine di miliardi di euro. Una delega ambita, pregiata, dunque. Ma quali sono i suoi meriti? Essere gradito all’industria del settore? Come dice Iori, Giorgetti gestì la delega per i giochi durante l’ultimo Governo Berlusconi e fu particolarmente apprezzato dalle industrie del gioco per la sua capacità di aiutare nell’introduzione di tanti nuovi giochi d’azzardo: la videolottery, il win for life, i concorsi aggiuntivi del superenalotto, il bingo a distanza, il poker on line in solitario e molti altri. Il volume di giocate ebbe una impennata, con un incremento del 30 per cento in un solo anno, dal 2010 al 2011”. rov/AGIMEG