“Non vogliamo spegnere le macchinette per ideologia, ma per motivi di salute. Non stiamo facendo una battaglia contro il gioco, bensì dobbiamo sapere che l’offerta legale va controllata attentamente, lo Stato deve continuare a concedere la vendita quel tanto che basta per non mandare le persone a comprare prodotti pericolosi. Gli operatori di gioco devono svolgere la propria attività nell’interesse pubblico, mantenendo il mercato calmierato”. Lo ha detto Giovanni Endrizzi, portavoce per il Movimento 5 Stelle al Senato, durante la diretta FB “Il contrasto al Gioco d’Azzardo nei Comuni”.
“Il fatto di lavorare in un settore come quello del gioco d’azzardo non è una colpa, ma lo Stato deve farsi carico della riconversione. Non posso negare che nella filiera ci sono imprenditori, lavoratori, concessionari, ma il lavoro dipendente ed il capitale finanziario non possono avere la stessa tutela. La politica deve attuare una assunzione di responsabilità: negli ultimi anni si è esagerato, mentre andrebbero promossi valori diversi, altrimenti si rompe il patto sociale. A causa del Covid abbiamo perso il 10% del PIL, il che significa meno redditi per le famiglie, ed abbiamo superato il 10% di disoccupazione. Non possiamo non porci il problema che i soldi rimasti nelle tasche dei cittadini vadano spesi nel modo migliore”.
In merito al fatto che la chiusura del gioco legale abbia portato un aumento dell’illegalità, il senatore Endrizzi ha affermato che “nel primo mese del 2021 il gettito erariale è stato inferiore di 860 milioni di euro, ma dire ciò significa che una persona che non ha potuto giocare legalmente si è rivolta all’illegale, dimostrando quindi che non può fare a meno di giocare, il che significa che ha una dipendenza. Io invece penso che le persone si siano astenute dal gioco, hanno risparmiato, il gettito in meno per l’erario è rimasto nelle tasche dei cittadini e proprio quel gettito venuto meno dal gioco finisce nell’economia reale, in un vestito, in un libro”. E a chi dice che si è persa occupazione, a causa della chiusura di sale giochi, sale scommesse e sale bingo, Endrizzi ha detto che “si dovranno andare a stimolare filiere alternative. Se 19 miliardi di euro, corrispondenti alla spesa nei giochi pre-pandemia, anziché in slot e scommesse andassero in altri consumi, si genererebbe un altro tipo di occupazione. Niente potrà essere più come prima dopo il Covid, alcune attività non potranno rimanere le stesse, dovranno riconvertirsi ed evolversi in attività specializzate nella new economy, nella transizione digitale e nelle energie rinnovabili”.
Nel suo intervento, il senatore Endrizzi ha ricordato come “le norme del codice penale e civile affermano che il gioco d’azzardo è vietato su tutto il territorio nazionale, ma si tratta di un divieto con riserva di permesso, quindi ippodromi e casinò, Totocalcio Lotto e lotterie sono stati consentiti. Questo assetto è stato messo in discussione a partire dagli anni ’90, con una graduale liberalizzazione. Di fatto ad ADM è stato dato mandato di far espandere il mercato dell’azzardo. Ricordiamo che l’articolo 41 della Costituzione l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con la sicurezza e la dignità umana. Invece negli anni si è registrata un’escalation in termini di consumo di prodotto di gioco. In un solo anno, tra il 2010 e il 2011, la raccolta del settore è cresciuta del 30%, passando da 61 miliardi a 80 miliardi di euro. Se il danno economico è legato alle perdite nette, il danno legato alle dipendenze si misura con la quantità di giocato. Dobbiamo valutare i danni di natura non economica nei giocatori: e chi punta in modo non ancora patologico, subisce lo stesso un danno per l’enfasi che viene data al mondo dell’azzardo, nella speranza di una vincita”.
Per Endrizzi “il Covid qualcosa di positivo l’ha fatto, portando alla chiusura delle sale. Con 110 miliardi di euro nel 2019 eravamo il primo mercato in Europa per giocato, mentre eravamo solamente al 12esimo posto per reddito. Capisco che oggi la filiera del gioco sia in condizioni difficili, ma dobbiamo pensare che prima ci sono i giocatori problematici che durante Covid hanno ripreso ad avere relazioni migliori, a risparmiare e a sognare. Il modello concessorio ha mostrato tutti i suoi limiti e le sue incongruenze. E’ necessaria una riforma del settore che contemperi gli interessi erariali nazionali con gli interessi locali di salute pubblica”.
Infine, il senatore pentastellato ha affermato che il gioco lecito viene utilizzato per il riciclaggio di denaro sporco. “Il riciclaggio vuol dire far apparire pulito il denaro solo se è sporco, e ciò lo posso fare solamente se lo colloco in un’attività apparentemente pulita. Non posso infatti ripulire il denaro nelle bische illegali. Quindi è l’attività di gioco legale che può mascherare i proventi illegali della criminalità. Senza contare tutte le operazioni delle forze dell’ordine che hanno portato all’identificazione di gestori di gioco, in odore di mafia, che imponevano apparecchi da intrattenimento legali nei locali”. lp/AGIMEG