Endrizzi (M5S): “Chiudere tutta l’offerta legale del gioco non è possibile, dobbiamo modularla con attenzione anche agli operatori del settore”

Giovedì scorso, in commissione Antimafia, “abbiamo audito in comitato (Comitato IV – Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme, ndr) il Dott. Domenico Distante presidente di SAPAR (Associazione Nazionale Servizi Apparecchi per Pubbliche Attrazioni Ricreative)”.

E’ quanto scritto Giovanni Endrizzi, senatore del Movimento 5 Stelle e membro del Comitato Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme al Senato, in un post su un social.

“Volevamo approfondire – ha continuato – come e perché biliardini, Ping pong, cavallini a dondolo e giochi innocui fossero sottoposti ad obbligo di certificazioni di sicurezza supplementari analoghe a quelle previste per le slot machines.

Il motivo a suo tempo addotto pubblicamente era la possibile manomissione per consentire gioco d’azzardo, che però è plausibile solo per alcuni tipi di videogiochi che in alcuni casi sono stati dotati di doppia scheda per poter fungere da slot machine o terminale per il gioco d’azzardo, non certamente per giochi della tradizione o sport come il Ping pong.

Si è inoltre chiesto di analizzare le problematiche inerenti l’illegalità nel settore degli apparecchi con vincita in denaro (Slot machines e Videolotteries) raccogliendo proposte per potenziare il contrato alle mafie.

Pur non entrando nei contenuti specifici, la collaborazione è stata proficua e reciproca, contro un fenomeno che nuoce ai cittadini e danneggia direttamente proprio gli operatori del settore. Riconoscere il problema non deve preoccupare, anzi testimonia la volontà e la possibilità di combatterlo meglio”.

Tra i commenti al post, Patrizia S. ha chiesto ad Endrizzi: “Gentilissimo senatore, devi fare chiudere tutte queste cose ed aprire librerie ,parchi, accessibilità a musei, riduzione della spesa scolastica alle famiglie”.

Il senatore del Movimento 5 Stelle ha quindi sottolineato: “Ci troviamo in una condizione complicata da decenni di errori.

La domanda è stata consolidata nel tempo e poggia su una base di dipendenza purtroppo ampia. Chiudere tout court l’offerta legale oggi non è possibile.

Dobbiamo modularla, con una attenzione anche agli operatori del settore, partendo prima dai dipendenti, poi dai piccoli imprenditori… molti di loro gestivano flipper e juke box, molti lo fanno ancora, non hanno voluto loro il rivolgimento del mercato e tornerebbero all’intrattenimento senza vincita in denaro.

Il mercato va rivisto con un piano e una programmazione di medio lungo termine. Su questo è possibile trovare una collaborazione con le parti propositive proprio della filiera.
In primis per combattere il nemico comune: le mafie. Poi per trovare strategie che non lascino indietro nessuno”. sb/AGIMEG