Emilia Romagna: respinta interpellanza che chiedeva sospensione del divieto delle ticket redemption per i minori. Ecco il testo completo

Nel corso del Consiglio Regionale in Emilia Romagna, Fratelli d’Italia ha rivolto un’interpellanza al Consiglio per chiedere la sospensione del provvedimento regionale, approvato a marzo, che ha stabilito il divieto per i minori di utilizzare apparecchi ticket redemption. In particolare il Gruppo ha interpellato la Giunta per chiedere “se, nel caso concreto, stante l’imminenza della stagione estiva, le problematiche evidenziate in termini di divieto assoluto di gioco per i minori degli anni 18, nonché per i previsti obblighi a carico dei gestori delle sale di intrattenimento, che comporteranno evidenti ricadute economiche su centinaia di attività economiche, non intenda prevedere una sospensione di alcuni mesi dell’efficacia del provvedimento, al fine di permettere un migliore approfondimento delle problematiche emerse, oltre che lo svolgimento della stagione estiva da parte di attività economiche di ampia rilevanza per la ricettività turistica di numerose località della regione”. “Questa interpellanza in realtà è un po’ datata, alla quale tra l’altro aveva fatto seguito anche la presentazione di una risoluzione sulla quale quest’aula si è già espressa. Questa disposizione di legge si inserisce in un contesto normativo che noi abbiamo sottoscritto, che comunque quest’aula ha sostanzialmente condiviso, cioè quello della normativa contro la ludopatia. Ma, il punto è che a nostro avviso, all’interno di questa normativa, c’è una parte che non può non essere severamente contestata: parlo di quelle sale giochi che sono ampiamente diffuse nelle realtà turistiche, in particolare nella nostra riviera, al cui interno vi sono dei giochi che non generano vincite di denaro, ma che emettono dei bigliettini poi collegabili a dei premi. Uno degli aspetti a nostro avviso estremamente penalizzanti è quello che si interviene anche sul minore, a prescindere che sia o non sia coi genitori. Questi giochi sono sostanzialmente proibiti a prescindere. Non risulta essere dimostrato il fatto che queste macchinette possano indurre a un’eventuale dipendenza. La richiesta è molto semplice: sospendere per riflettere sull’effettiva portata di questo divieto che colpisce prevalentemente le famiglie. La richiesta è una sorta di moratoria per poi arrivare a un approfondimento con le categorie, con i portatori di interesse, ma certamente anche con le strutture tecniche della Regione, per valutare la bontà effettiva di una norma, a nostro avviso eccessivamente penalizzante”, ha sottolineato in Aula il consigliere Michele Facci. “Su alcune delle considerazioni che lei ha fatto posso avere molti punti di contatto. L’attività non è stata soggetta a moratoria, quindi è proibita. È proibita perché all’interno delle discussioni che abbiamo fatto, sia in Giunta che con la maggioranza, questo è quanto è stato deciso. Se non altro le famiglie risparmieranno dei soldi anche se non si avranno risultati rispetto al contenimento della ludopatia. Per ticket redemption – ha risposto l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi – si intendono gli apparecchi meccanici ed elettromeccanici, attivabili con moneta, con gettone o con altri strumenti elettronici di pagamento, che distribuiscono tagliandi direttamente e immediatamente dopo la conclusione della partita. Accumulando tali tagliandi si possono ottenere premi, in alcuni casi anche di discreto valore (tablet e simili). Secondo alcune evidenze l’utilizzo di questi apparecchi induce nei minorenni l’abitudine al gioco d’azzardo, essendo spesso nullo il ruolo dell’abilità del giocatore. Esistono poi altre evidenze che sottolineano quanto sia dannosa l’esposizione degli adolescenti a giochi d’azzardo, o a meccanismi che lo simulano, anche in assenza di vincite in denaro. Molti di tali apparecchi, infatti, sono identici come meccanismo di funzionamento alle slot machine, in quanto provocano le stesse sensazioni e prevedono delle vincite casuali, che è proprio il meccanismo che causa la dipendenza negli adulti. In alcune regioni italiane si è deciso di vietare gli apparecchi di ticket redemption ai minori di 18 anni: oltre all’Emilia-Romagna anche Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Piemonte. I ticket sono inoltre vietati in Francia, mentre in Florida e negli Stati Uniti, la Walt Disney World ha deciso di eliminare i redemption games e le macchine con braccio gru nei suoi centri di intrattenimento per famiglie. Nella nostra regione il divieto è stato introdotto attraverso una modifica della legge regionale 5 del 2013, che ha dato mandato alla Giunta regionale di disciplinare tale divieto con un proprio atto. La Giunta regionale – ha aggiunto -, con deliberazione 401 del 2019, ha previsto gli obblighi a carico degli esercenti, le sanzioni, la decorrenza del divieto. Poiché il divieto si rivolge ai minori di età, la responsabilità di utilizzo dei ticket redemption incombe su chi esercita la potestà genitoriale, ma coinvolge anche gli esercenti dei locali in cui gli apparecchi sono collocati. Questi sono obbligati: ad affiggere la locandina regionale in cui viene menzionato il divieto di utilizzo dei ticket redemption da parte dei minori di età; ad affiggere in modo visibile su ogni apparecchio oggetto del divieto un avviso in cui deve essere indicato che il loro utilizzo è vietato ai minori di età; ad accertarsi dell’età del cliente, tranne nei casi in cui la sua maggiore età sia manifesta. I comuni, poi, devono prevedere nei propri regolamenti gli obblighi a carico degli esercenti e le sanzioni amministrative nei casi di inosservanza. Sulla base delle considerazioni riportate, quindi, non si ritiene di dover prevedere alcuna sospensione dell’efficacia del provvedimento citato”, ha concluso l’assessore. “Visto che la Giunta è determinata nel mantenere questo divieto, che ritengo eccessivamente rigoroso, auspico che questa norma possa essere rivista in seguito. Parte da un principio corretto, quello di impedire, anche nei più giovani lo sviluppo di abitudini che possono un domani essere obiettivamente pericolose. Ma quando questi comportamenti, che vengono così severamente censurati, coinvolgono anche le famiglie, io credo che qui sia la fase dell’ingerenza.”, ha replicato Facci. “Auspico possa esserci un confronto fra tutti i portatori di interesse, fra tutti i settori interessati e gli specialisti del caso. Ma ripeto: questa è una normativa che va rivista necessariamente”, ha concluso. Qui è possibile visionare il testo dell’interpellanza. cdn/AGIMEG