Emilia Romagna, da Bonaccini (PD) alla Borgonzoni (Lega) passando per Benini (M5S). Le posizioni sul settore del gioco di tutti i candidati alle prossime elezioni regionali. Tabaccai, baristi e gestori sale: “Bonaccini non avrà il nostro voto e quello dei clienti. Ha distrutto il gioco legale”

Tabaccai, baristi e titolari di sale giochi si sono scagliati contro Stefano Bonaccini, invitando i clienti a non votare i proibizionisti che hanno bandito il gioco dall’Emilia Romagna, ma gli altri candidati alle Regionali del 26 gennaio prossimo non offrono prospettive più incoraggianti. Gli esercenti erano scesi in piazza il 4 dicembre, chiedendo di far slittare l’entrata in vigore della Legge Regionale sul gioco, Bonaccini – dopo aver incontrato una delegazione dei manifestanti – chiese tempo per poter valutare la questione. Secondo alcune indiscrezioni, il Governatore  stava effettivamente pensando a uno slittamento, ma poi – forse per le critiche piovute da più parti – la proroga non è arrivata. A quel punto è nata l’idea di boicottare le elezioni: gli esercenti da un paio di settimane hanno affisso nei locali delle locandine (vedi news Agimeg), invitando tutti a non votare il candidato Dem. Il problema però è chi eleggere.

Secondo i sondaggi, la principale antagonista di Bonaccini è Lucia Borgonzoni (Lega e centro destra) che non si è pronunciata sulla questione proroga sì-proroga no. In passato però Borgonzoni si è spesso scagliata contro il gioco: nel 2013 – come consigliera comunale a Bologna – aveva sposato l’iniziativa dei colleghi Lorenzo Tomassini, Michele Facci e Patrizio Gattuso del PdL per indire un referendum e abrogare tutte le leggi nazionali che avevano consentito il lancio delle videolottery. Nel 2014 –  sempre come consigliera al Comune di Bologna – presentò un ordine del giorno, poi approvato all’unanimità,  per vietare l’istallazione delle slot nelle aree densamente abitate, aumentare il costo delle autorizzazioni e concedere sgravi fiscali ai locali slot free. “Finalmente, dopo quasi un anno di discussione, passa il mio ordine del giorno e in particolare la parte riguardante il cambio del Regolamento Urbano Edilizio, l’unico strumento non contestabile di fronte ai tribunali che impedirà nuove aperture di sale slot sul territorio comunale” commentò allora. E quindi promise di portare a Bologna uno strumento già adottato a Milano, ovvero “la chiusura temporanea – tre mesi –  delle sale gioco già presenti, o almeno di quelle maggiormente frequentate, visto il rischio sanitario. Dal 2018, Borgonzoni siede al Senato, e come cofirmataria ha sottoscritto il disegno di legge di Erika Stefani per il “contrasto al fenomeno della ludopatia e razionalizzazione dei punti di rivendita di gioco pubblico”.

Nettamente contrario all’ipotesi della proroga il candidato M5S Simone Benini che anzi, una settimana fa, ha proprio messo nero su bianco un impegno a “Non concedere alcuna proroga ai gestori delle sale gioco per adeguarsi alla legge regionale sul gioco d’azzardo”, e ha invitato gli altri candidati alla poltrona di Governatore a fare altrettanto. Benini è anche intervenuto sullo studio della CGIA di Mestre, in sostanza ha sostenuto che l’ipotetica chiusura di quasi tutte le sale emiliane e la perdita di posti di lavoro che ne conseguirebbe potrebbero avere dei risvolti positivi: “Ammesso e non concesso che tutte le attività di cui parla la Cgia di Mestre chiudano per via della legge dell’Emilia Romagna contro l’azzardo, sarebbe anche il caso di riflettere su tutte le risorse che i cittadini riverseranno sull’economia reale. Fiumi di denaro prima bruciati in azzardo”.

Stefano Lugli, candidato dell’Altra Emilia-Romagna – già  segretario regionale di Rifondazione Comunista – nelle scorse ore ha scritto una lettera aperta indirizzata alla Lega in cui sul gioco si legge: “Vogliamo proseguire e intensificare il contrasto al gioco d’azzardo patologico e arrestare la diffusione di locali che ospitano apparecchi elettronici con vincite in denaro. La lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata passa anche per un cambiamento profondo del nostro sistema sociale ed economico, che tolga l’acqua in cui galleggiano le mafie”. Egli si è già occupato di gioco nel 2016, quando era consigliere comunale a Finale Emilia. Presentò una mozione – poi approvata – per il contrasto e la prevenzione del gioco patologico. Chiedeva tra l’altro di ridurre l’orario di apertura delle sale, vietare la pubblicità del gioco, e concedere sgravi fiscali agli esercizi senza slot. Sulla pubblicità del gioco era già intervenuto anche un anno prima, criticando la scelta di una squadra locale di farsi sponsorizzare da una sala vlt: “Ci sorprende molto negativamente questa pubblicità, perché crediamo che negli spazi frequentati dai giovani non debbano comparire messaggi che invitano al gioco d’azzardo, piaga sempre più diffusa nonché uno dei mezzi più efficaci per il riciclaggio del denaro sporco”. Sempre nel 2015 – commentando l’operazione Emilia della Direzione Nazionale Antimafia e in generale gli interessi delle organizzazioni criminali nella Regione – spiegava che le mafie si erano infiltrate dapprima nei settori tradizionali come l’edilizia, il movimento terra e lo smaltimento dei rifiuti, e poi si era radicata anche in altri settori, tra cui quello del gioco.

Non si sono pronunciati sulla proroga invece, gli altri tre candidati in lizza: Marta Collot (Potere al Popolo), Laura Bergamini (Partito Comunista), e Domenico Battaglia (Movimento 3V-Vaccini Vogliamo Verità). gr/AGIMEG