Effetti dei provvedimenti del governo contro le sponsorizzazioni dai siti scommesse

Con l’entrata in vigore del Decreto Dignità, saranno effettivi i provvedimenti anche per quel che riguarda il settore del gioco online inteso nella sua accezione più ampia.

In particolare, l’articolo 9 vieta qualsiasi forma di pubblicità anche indiretta relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, comprese quindi le sponsorizzazioni di eventi, servizi e programmi. Le misure non colpiscono però Lotterie e Gioco del Lotto, già appartenenti al Monopolio di Stato.

I contratti in corso hanno beneficiato di una sanatoria fino al 30 giugno 2019, ma ovviamente si tratta di un palliativo che non va a incidere sul problema di fondo, e presto o tardi tutti dovranno fare i conti con tale problematica.

Al di là della condivisibilità o meno di tali interventi che sono ritenuti necessari per contrastare il dilagante espandersi della ludopatia, ormai classificata come vera e propria patologia, cerchiamo di capire sommariamente le conseguenze a livello economico su Erario e contratti di sponsorizzazione che coinvolgono varie realtà.

Per quanto riguarda le casse dello Stato, il Governo ha tenuto in considerazione l’impatto negativo che tali provvedimenti avranno stimandolo in un deficit pari a 345 milioni di euro per il prossimo triennio, con una media annuale di 150 milioni.

Certamente una cifra considerevole specie se raffrontata alla situazione di generale difficoltà dell’economia del nostro Paese, ma essendo tale previsione frutto di una stima, con molta probabilità la valutazione potrebbe addirittura tendere al ribasso.

Nella relazione allegata al Decreto Dignità infatti, alcuni elementi non sono suffragati da dati ed informazioni certe e riscontrabili, a partire dalla diminuzione indicata del 5% per quanto riguarda le scommesse sportive, a nostro avviso irrisoria rispetto alla situazione attuale di un mercato in costante ascesa, con una spesa globale che ogni anno supera quella precedente e dove è inutile nasconderlo, la pubblicità gioca un ruolo fondamentale.

Stesso discorso vale per la perdita relativa al più generico “giocato”, indicata dai tecnici di Palazzo Madama come pari al 20%, ma senza che poi le singole voci di determinazione di tale valore siano state esaustivamente specificate.

Uno dei settori che più saranno colpiti dalla normativa è certamente quello calcistico, con le  sponsorizzazioni da bookmaker e siti scommesse che hanno assunto una posizione di rilievo nelle entrate delle società e con il settore delle scommesse sportive che gioca un ruolo fondamentale anche nelle trattative per la ripartizione dei diritti televisivi ed in base alle si determinano le fortune della maggior parte dei club.

Secondo i dati pubblicati dalla Figc relativi all’anno 2017 si stima un valore delle scommesse sportive attorno agli 8 miliardi di euro, sulle quali però l’erario incassa una somma poco inferiore ai 192 milioni, data l’aliquota media del 20% sul prelievo.

Dietro al timore di facciata rappresentato dal pericolo che questi fondi siano dirottati dalle grandi multinazionali verso l’estero andando così ad allargare ulteriormente il divario economico tra la gran parte delle società italiane e quelle di maggiori campionati europei, c’è in realtà la paura che il venir meno di questi incassi abbia un effetto devastante sulla gestione economica delle stesse. E’ bene ricordare che al momento Juventus, Milan, Roma, Napoli, Inter, Cagliari , Genoa, Lazio, Torino e Udinese godono di un betting partner ufficiale, ma la pubblicità dei bookmaker coinvolge tutte le squadre di Serie A e Serie B.

E non si faccia l’errore di differenziare le grandi squadre dalle medio piccole dato che, essendo le sponsorizzazioni parametrate in principal modo a bacino d’utenza e spazi pubblicitari, il danno alla voce entrate sarà bene o male lo stesso, ed ugualmente pesante, per tutte.

Alle minacce di sciopero da parte di alcuni presidenti sono susseguiti incontri con i rappresentanti del Governo che però al momento non hanno ancora prodotto nulla di concreto se non il classico “calmare le acque” in attesa di tempi migliori… o peggiori.

Un altro settore che potrebbe essere colpito in maniera pesante dai divieti è certamente quello dei siti che si occupano di scommesse sportive. Stiamo parlando di una realtà ormai affermata e che conta centinaia di esemplari dal successo variabile, ma che ora si ritrova a fare i conti con il serio timore di vedere drasticamente ridotti i propri introiti.

Realtà come per esempio Scommessesulweb, oltre a fornire utili strumenti di supporto al giocatore come per esempio guide strategiche, pronostici e recensioni, fondano la propria sopravvivenza sulle affiliazioni ai vari bookmaker e sulla mole di gioco che viene a svilupparsi sugli stessi. E’ chiaro che laddove vengano messi dei paletti che vanno a ridurre il movimento di denaro generato dalle scommesse, in maniera proporzionale vedranno ridursi anche i propri introiti.

Al di là di questo aspetto generale non di poco conto, bisogna tenere presente che  è proprio la pubblicità a costituire uno dei principali veicoli per la promozione delle pagine e dei contenuti di questi portali.

Pagine Facebook, account Twitter, pagine Instagram o gruppi Telegram sono imprescindibili se si vuole che il proprio sito aumenti il numero delle visite e conseguentemente degli incassi. Andare a vietare questo tipo di promozione andrà a lungo andare a tagliare le gambe definitivamente alle realtà emergenti o comunque in via di sviluppo, portando alla sopravivvenza solo di pochi portali storicamente affermati e posizionati che si divideranno le fette di una torta che al contempo però sarà meno gustosa che rispetto al passato.

Più in generale inoltre, va sottolineato come questa politica ostativa al gioco online avrà certamente l’effetto di allontanare dal nostro paese gli operatori del settore più importanti a livello mondiale, che come è normale veicoleranno i propri investimenti su mercati maggiormente appetibili e sui quali è possibile operare con minori difficoltà, con effetti a cascata su tutti i settori che abbiamo fin qui nominato.

Secondo autorevoli previsioni, i primi effetti concreti del decreto si vedranno verso fine 2019, quindi agendo in tempo si potrebbero trovare soluzioni maggiormente condivise per regolamentare il mercato del gioco d’azzardo senza un tale impatto negativo su tante realtà. La dipendenza dal gioco è un problema serio e come tale va affrontato, ma al momento non è detto che la medicina prescritta sia la migliore disponibile. es/AGIMEG