Fabrizio Alberici (Pres. Alberici SpA): “La nostra tecnologia  apprezzata anche in altri grandi paesi, ma crediamo ancora nell’Italia anche se è sempre più difficile resistere con un lockdown operativo che dura da troppo tempo”

La terza puntata del viaggio di Agimeg tra le eccellenze italiane del gioco pubblico ha fatto tappa presso la storica azienda di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, la Alberici Spa, specializzata nella progettazione, fabbricazione e commercializzazione di sistemi automatici di pagamento e relativi accessori.  La Alberici ha aperto le porte di Agimeg, mostrando il cuore dell’azienda. Dai montaggi alla progettazione, dai giganteschi magazzini ai reparti tecnici ed amministrativi, l’Alberici è una azienda che fa convivere ampi spazi con dettagli raffinati, locali accoglienti e soprattutto un profumo di familiarità.

“La nostra azienda è specializzata in tutti i sistemi di pagamento, dalle gettoniere agli erogatori di moneta, ai lettori di banconote, abbiamo macchine che vanno nei PVR ma anche nelle lavanderie e nei lavaggi”, spiega Fabrizio Alberici, presidente dell’azienda, al direttore di Agimeg Fabio Felici. “Lavoriamo in parte anche extra gioco, però l’azienda è nata per il gioco, a fianco del gioco, mio padre produceva macchine da intrattenimento, noi ci siamo sviluppati più per i ricambi, le gettoniere e la componentistica. A regime lavorano in Alberci 60 dipendenti, ma oggi con il settore del gioco chiuso molti sono in cassa integrazione”

In altri settori riscontrate gli stessi problemi che riscontrate nel settore del gioco?

“Assolutamente no – afferma Fabrizio Alberici – non abbiamo il codice Ateco che ci obbliga a stare chiusi, ma di fatto lo siamo, visto che lavoriamo principalmente con le sale gioco che sono chiuse e soltanto marginalmente con altri settori”.

“Nel 2019, prima dell’arrivo della pandemia, le prospettive erano ben altre”, racconta ad Agimeg Guido Scarpetti, che si occupa dei rapporti istituzionali dell’azienda. Avevamo sviluppato lettori di tessere sanitarie per ottemperare alla nuova normativa, poi è arrivato il Covid con le conseguenti chiusure e tutto si è bloccato. Lavorando solamente se lavorano sale gioco che hanno bisogno di ricambi e componentistica, abbiamo subìto serie ripercussioni a causa del blocco che dura ormai da mesi. Purtroppo la situazione coinvolge tutto il settore dell’intrattenimento, non solo il gioco, ma anche teatri e cinema, posti dove la gente potrebbe stare distanziata rispettando le regole. Ci sono altre attività che sono aperte in cui la gente è più vicina rispetto a quanto avviene in una sala giochi. Purtroppo da questa situazione abbiamo avuto enormi ripercussioni”.

L’azienda rappresenta un’eccellenza italiana dalla componentistica alla parte software

“Nel nostro showroom abbiamo macchine cambia monete di ultima generazione, anche con lettore carta di credito. E’ tutta tecnologia italiana – prosegue Fabrizio Alberici che ricordiamo è anche consigliere dell’associazione Astro – e stiamo diversificando la nostra tecnologia per tutte le esigenze. Tutti i software e hardware vengono sviluppati a Castel San Pietro. Produciamo anche macchine personalizzate. La nostra zienda segue il cliente per tutta l’attività della macchina, dall’acquisto alla manutenzione. Ai montaggi  lavorarano prevalentemente donne, mentre nella progettazione, tranne qualche ingegnere donna, sono prevalentemente uomini”.

“Abbiamo da poco rilevato un’azienda in Polonia che sta andando molto bene, fortunatamente all’estero abbiamo una valvola di sfogo per i nostri prodotti. Eravamo pronti ad aprire anche un ufficio a Chicago. Vogliamo allargare i nostri orizzonti, ma aspettiamo tempi migliori. Nonostante questo, continuiamo a credere nel settore, motivo per il quale investiamo in tecnici, attrezzisti e sviluppatori che vengono ancora a lavorare, anche se a scartamento ridotto. Oggi abbiamo circa 2 mila macchine ferme in fabbrica, una situazione insostenibile”.

Quanto tempo impiegate per far nascere una macchina?

“Dipende molto dal tipo di macchina, se più semplice o più complessa, ad esempio per un cambiamoneta ci vogliono 40 minuti tra assemblaggio e collaudo. Quando progettiamo una macchina progettiamo anche il montaggio, abbiamo preassemblati che ci consentono di montare una macchina nel minor tempo possibile. Sviluppiamo parti meccaniche insieme a quelle elettroniche”.

Quanto ‘pesa’ oggi il mercato estero sulla vostra azienda?

“Purtroppo adesso il 100%, mentre prima della crisi dovuta al Covid la percentuale era 90% il mercato italiano e 10% l’estero”, sottolinea con un po’ di rammarico Fabrizio Alberici.

Se voi foste al posto del Premier Draghi e aveste la possibilità di fare un intervento sul settore, su cosa puntereste?

Il desiderio è che si riapra il prima possibile – afferma Guido Scarpetti – non di avere ristori o indennizzi, ma di poter ripartire sul mercato. Come azienda abbiamo bisogno di fatturare, produrre, cosa ce ne facciamo dei ristori? Vogliamo continuare a crescere e contribuire a far crescere chi lavora con noi ed il Paese. La nostra azienda ha una industrializzazione spinta ma ha mantenuto un’anima a conduzione familiare. Tra l’altro produciamo noi stessi l’energia che serve a far funzionare l’azienda, abbiamo un apposito impianto ad energia solare, siamo conformi a tutte le normative legate alla sostenibilità. Inoltre abbiamo aderito e sosteniamo la campagna vaccinale di Astro, cerchiamo di fare cose utili per la comunità”.

“Chiedere di poter riaprire quanto prima credo sia la risposta comune a tutti gli imprenditori del settore”, ha detto Fabrizio Alberici. Se un politico si ferma a guardare la situazione in cui versa il settore, non può far finta di nulla. 150 mila persone rischiano di andare in mezzo ad una strada, è un problema sociale di livello nazionale, non possiamo continuare ad andare avanti così. Sono d’accordo sul fatto che servano distanziamento e mascherine, ma serve anche rispetto per chi lavora. Una macchinetta in un locale ampio non credo possa creare problemi, ci sono altri posti in cui c’è gente è molto più stipata e a rischio contagio, come le mense aziendali o i mezzi pubblici”.

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lp/AGIMEG