Fra i numerosi appassionati che qualche settimana fa hanno partecipato alla giornata di inaugurazione del nuovo Driving Simulation Center di Torino (in via Rivalta 34) era presente anche Lele Albanese, veloce ed esperto pilota virtuale professionista membro del noto team esport Racing ON3. Lele ha naturalmente provato con curiosità simulatori di guida professionali dinamici, anche per confrontarli con la sua postazione di guida di allenamento casalinga, non certo di scarsa qualità, visto che il driver ON3 la utilizza anche per le competizioni online. Il pilota virtuale è rimasto però talmente impressionato e colpito dalle sensazioni ed emozioni che i simulatori ed i servizi del Driving Simulation Center hanno saputo offrirgli, che ha voluto scrivere questo articolo di commento al Driving:
“Circa un mese fa sono stato invitato alla inaugurazione del Driving Simulation Center di Torino. La curiosità era molta dato che non avevo mai messo piede in un centro simulazioni, esperienza che volevo provare da tempo ma in zona fino ad oggi non c’era nulla di simile o che soddisfacesse le mie necessità. Io sono un “pilota” di discreto livello (corro in un uno dei team più blasonati) che a casa ha già una postazione di guida molto performante quindi ricercavo qualcosa che mi desse quelle sensazioni che con una postazione di guida fissa sono impossibili da provare.
Quando Nicola “Velocipede” mi ha detto che le postazioni di DSC sono tutte dinamiche (e dotate anche di effetto derapata) ho capito che non potevo mancare. Con me all’inaugurazione sono venuti anche mio fratello ed un amico, entrambi ottimi sim-drivers, anche loro curiosi come me di provare una postazione dinamica. Partiamo alla volta di Torino in un assolato sabato di inizio primavera e dopo circa una mezz’oretta siamo in centro, troviamo subito parcheggio e in pochi minuti siamo davanti al Driving Simulation Center. C’è già una piccola folla di curiosi all’ingresso, ne approfitto per salutare Nicola ed i ragazzi (e ragazze) dello staff e prenoto il mio turno di guida gratuito. Nell’attesa un graditissimo rinfresco aiuta a stemperare l’attesa prima di salire in postazione. Un comodo divano ci permette di osservare su un grosso schermo lo svolgimento delle gare sulle postazioni. In questo modo posso osservare con calma l’attrezzatura di guida che mi aspetta. Noto con piacere che sulle postazioni sono montati cambio, pedaliera e base Fanatec Clubsport nelle loro ultime versioni, lo stesso materiale che uso io quindi so che ritroverò il feeling di guida che apprezzo di questa marca di prodotti, inoltre è presente anche un freno a mano di tipo rallystico, segno che la postazione può anche adattarsi a questo tipo di simulatori. Tutte le postazioni sono dotate di triplo schermo, come del resto uso sulla mia postazione fissa quindi anche in questo caso non dovrò adattarmi ad una visuale differente e potrò concentrarmi esclusivamente sulla guida e sul sentire i movimenti. Sedile sportivo SPARCO e cinghie di sicurezza (molto scenografiche) danno alle postazioni un aspetto “racing” che ogni appassionato subito riconosce.
Ma la mia attenzione viene subito rapita dal sistema di movimento. Le postazioni sono montate su una pedana rettangolare che maschera ogni tipo di meccanismo interno ma che sopratutto è di una silenziosità incredibile. Chiedo a Nicola di darmi qualche informazione in più e mi spiega che sono simulatori dinamici basati sull’ottima pedana di movimento 3DOF della Simulator Giantruck, appositamente tarati ed ottimizzati da tecnici ed ingegneri del Driving Simulation Center (con il prezioso contributo di vari piloti reali come tester) per offrire la migliore esperienza di guida possibile. Intanto è arrivato il mio turno di salire in postazione, accompagnato in pista dai miei due amici. Salito in postazione mi sento subito a casa, una veloce regolazione del sedile e tutti comandi sono al posto giusto. Con un po’ di timore reverenziale entro in pista, il circuito che è stato preimpostato è Monza, pista che tutti conoscono benissimo e l’auto è la Ferrari 488 GT3, auto che ho usato più volte anche se non una delle mie preferite. Esco dai box e mi avvicino alla prima variante e subito capisco che mi trovo su una postazione diversa da tutto quello che avevo provato prima. Alla frenata un deciso abbassamento del muso della postazione mi catapulta in avanti prendendomi alla sprovvista. Non mi aspettavo un movimento così deciso e marcato. Mi inserisco nella variante in maniera un po scomposta e letteralmente sento il posteriore della macchina partire andando in testacoda. Anche qui l’ampio movimento mi prende in contropiede e faccio subito una pessima figura di fronte al nutrito pubblico presente. Mi rendo subito conto che le nuove sensazioni che mi arrivano aggiungono un livello in più di percezione. Rimetto la macchina in pista e cerco di assuefarmi a questo nuovo mondo di sensazioni. Buche, cordoli e curve non sono più vibrazioni e scossoni del volante ma sollecitazioni che sento su tutto il corpo ed il Force Feedback del volante smette di essere il cardine dell’esperienza di guida. Cerco di concentrarmi nella guida senza fare errori e giro dopo giro incomincio ad usare come riferimento i movimenti dell’auto e non solo le reazioni del volante. La variante Ascari si rivela un osso duro da affrontare come facevo di solito dato che i cordoli si fanno sentire in tutta la loro altezza, non sono più semplici scossoni del volante e anche il trasferimento di carico viene trasmesso al sedile. Guidare scomposti e troppo aggressivi accentua queste sensazioni quindi mi concentro sulla pulizia di guida.
Quello che prima sembrava un caos di sobbalzi e movimenti si trasforma in un accompagnamento sinfonico dove volante e postazione trasmettono al pilota fluidità e controllo. Incomincio ad abbassare i tempi ad un livello degno delle mie capacità di guida e ricomincio a spingere. Ma il mio turno finisce e devo lasciare spazio agli altri curiosi. Corro subito a prenotare un altro turno ma so che dovrò aspettare dato che che nel frattempo il DSC si è riempito di curiosi ed appassionati. Ne approfitto per osservare gli altri drivers e noto che un po tutti hanno le mie iniziali difficoltà il che mi fa capire che tutto questo è un sistema che richiede adattamento e allenamento per essere compreso al 100%. Il mio turno successivo non fa che confermare l’impressione. Chiedo allo staff (sempre presente durante le prove) di poter usare una nuova auto, scelta confermata dai miei due amici/avversari. Lo staff ci organizza una gara veloce con la scorbutica ma affascinante Porsche 911 GT3 Cup, protagonista di tanti campionati virtuali. Dopo un breve turno di prove libere per assuefarsi alla nuova auto partiamo per la gara, alla prima variante sono in testa ed incomincio a spingere cercando di mantenere la concentrazione. Il mio feeling alla guida migliora giro dopo giro ed allungo sui miei avversari ma al penultimo giro commetto un errore grossolano alla Parabolica che non riesco a recuperare. Mi accontento del secondo posto dietro a mio fratello (che ovviamente me lo rinfaccia ancora oggi). Scendo dalla postazione leggermente frastornato, il livello di fisicità è notevolmente superiore a quello di una postazione fissa. Abituato alla guida asettica della postazione di casa mi sento un po’ più stanco di quello che dovrei. Capisco il perché viene chiamato simulatore dinamico, aggiungere un ulteriore livello di realismo ha un costo anche sul piano fisico. Ma quello che conta credo sia il sorriso sulla faccia di tutti quelli che ho visto scendere dalle postazioni. Ho fatto spesso provare ad amici e parenti la mia postazione, tutti si sono divertiti ma nessuno aveva l’espressione dei ragazzi che ho visto guidare al DSC. Anche i miei due compagni di avventura sono entusiasti, entusiasmo che cala subito quando chiedo a Nicola quanto costerebbe dotarsi di materiale simile.
Questo tipo di attrezzatura ha un costo sostenibile solo per chi ne fa una professione quindi l’unica alternativa è tornare di nuovo in futuro al Driving Simulation Center di Torino. Ne approfitto per fare la tessera e salutare Nicola ed i ragazzi dello staff sicuro che tornerò a farmi qualche giro. Insomma se dalle vostre parti c’è un Driving Simulation Center o ne sta per aprire uno vi consiglio di farci un salto anche solo per curiosità dato che ne vale la pena sia che siate esperti o novizi. Farete un’esperienza difficilmente ripetibile su una postazione domestica e vi avvicinerete alle sensazioni che si provano nel guidare un vera auto sportiva o da competizione”, conclude il pilota. lp/AGIMEG