“Il premier Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm che istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio alla quale appartiene una Regione e che segue quello già firmato il 25 ottobre. L’esecutivo ha resistito, insomma, al pressing di quelle regioni che chiedevano modifiche alla bozza del provvedimento. L’unica concessione di rilievo riguarda il capitolo ristori, che Conte sarà costretto ad allargare rispetto alle previsioni. Ora al premier, a Gualtieri e a Patuanelli – afferma Confcommercio in una nota – “spetterà trovare nelle prossime ore i soldi necessari a mitigare la rabbia di commercianti, ristoratori, gestori di bar delle zone rosse: tutti destinati a chiudere per almeno due settimane. ‘Non vanifichiamo lo sforzo di tutte quelle categorie che in questo momento hanno ridotto la propria attività’, ha avvertito il titolare degli Esteri Luigi Di Maio. La cifra di 1,5 miliardi probabilmente non basterà. E il rebus si complica perché, anche volendo, i tempi per chiedere un nuovo scostamento di bilancio sono strettissimi mentre, solo erogando risorse dopo il 10 dicembre queste potranno essere inserite nelle spese del 2021. E il 10 dicembre, per le Regioni, è troppo tardi. Non solo. Al Mef e al Mise spetterà la complessa modulazione della platea dei destinatari ai ristori in un decreto che mette in campo chiusure a fisarmonica”. cr/AGIMEG