“Noi gestori degli apparecchi da intrattenimento siamo il braccio destro dello Stato, lavoriamo su tutto il territorio e con tutta la filiera. Ringrazio il Senato per la possibilità che ci è stata data di intervenire, ma mi corre l’obbligo di far sapere che le nostre aziende sono state chiuse per 270 giorni in 13 mesi. Per questo motivo, per la sopravvivenza delle stesse, chiediamo l’immediata riapertura in quanto nelle sale giochi possono essere rispettati tutti i protocolli di sicurezza anticontagio”. E’ quanto ha affermato Domenico Distante, presidente della Sapar, in audizione presso le Commissioni 5ª (Programmazione economica, bilancio) e 6ª (Finanze e tesoro) nell’ambito dell’esame del DDL n. 2144 del Senato della Repubblica (Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 – Decreto Sostegni – recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19).
“Solo l’apertura può garantire la sopravvivenza di un’ impresa – ha proseguito Distante – anche un giorno in più o in meno potrebbe fare la differenza. Ricordiamo che il gioco legale garantisce 11 miliardi di entrate erariali l’anno, è un comparto costituito da piccole e medie imprese che lavorano per conto dello Stato. Nonostante il nostro fondamentale ruolo le aziende sono a rischio, con 150 mila lavoratori in cassa integrazione e a rischio disoccupazione. Chiediamo di intervenire sul contributo a fondo perduto previsto nel decreto sostegni, che deve essere parametrato con il 100% della differenza di fatturato medio 2020 rispetto al precedente anno, e comunque senza limiti di compensi.
Chiediamo poi la proroga delle scadenze del Preu dei primi tre mesi del 2021 almeno al 15 dicembre 2021, con abbassamento dove possibile dell’1% dell’aliquota Preu attualmente vigente. Non dimentichiamo che anche con il settore chiuso dal 1 gennaio scorso è scattato l’aumento del prelievo erariale unico. Altro problema – ricorda Distante – sono le garanzie ed il comportamento delle banche verso le imprese di gioco pubblico di Stato. Noi siamo obbligati ad emettere fideiussioni a garanzia dei concessionari per quanto riguarda gli apparecchi da intrattenimento. Su questo punto già prima della pandemia abbiamo avuto problemi per chiusura dei conti correnti e per le mancate aperture, vorremmo quindi una sospensione dei termini di scadenza o rnnovo delle fideiussioni, in quanto ci chiedono il 100% del collaterale, ovvero su 100 mila euro di fideiussioni me ne chiedono altrettanti. In questo momento, in cui i fatturati sono al 20%-25% rispetto al 2019, stiamo avendo problemi. Poi chiediamo una proroga di almeno 36 mesi delle concessioni in scadenza nel marzo 2022, altrimenti si rischia la tenuta dell’intero settore del gioco pubblico. Altro punto è la proroga prevista del 30 giugno 21 per la modifica della percentuale minima di restituzione in vincita (payout) per le awp, in quanto siamo stati obbligati per due volte alla sostituzione di tutto il parco macchine, l’ultima volta a febbraio 2020, ma poi a marzo siamo stati chiusi. Altro problema è la sospensione degli obblighi sulla regolarità fiscale e contributiva visto che le questure stanno chiamando i titolari di licenza 88 tulps, ma tante piccole medie imprese non sono riuscite a mantenere questa regolarità contributiva. Per quanto riguarda gli affitti pagati per i locali di gioco, si chiede la sospensione del canone di locazione o il credito di imposta pari al 100%. Infine un altro problema riguarda la proroga delle scadenze al 30 aprile 2021 per il rinnovo del registro Ries, in considerazione delle chiusure forzate. Ne abbiamo parlato anche con direttore generale ADM, Marcello Minenna, e lo ringraziamo per quanto fatto finora per il settore”.
Il presidente Sapar ha ricordato anche i problemi legati alle “leggi regionali, come il Lazio o l’Emilia Romagna che a breve chiuderanno i locali di gioco a causa del distanziometro. Chiediamo un riordino nazionale del settore degli apparecchi da intrattenimento, non si può continuare a legiferare regione per regione. Dove non c’è gioco legale c’è gioco illegale. Noi non siamo contro lo Stato, ma siamo con lo Stato e le istituzioni. Il settore è al collasso, oggi molte aziende con 50 anni di vita rischiano di scomparire per sempre”. cr/AGIMEG