“Il nostro giudizio sul provvedimento all’esame delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera dei deputati è nel complesso positivo. Per quanto riguarda le misure e gli interventi proposti, vanno però integrati con finanziamenti a fondo perduto almeno per le ditte individuali oltre che per le piccole e medie imprese. Ma anche se l’alto debito pubblico italiano ci inibisce di reperire le risorse necessarie che vanno però trovate, accedendo agli strumenti messi a disposizione dai trattati dell’Unione europea, la partita della nostra sopravvivenza si gioca lì, in Europa. E bisogna utilizzare capacità negoziali, intelligenza e relazioni interpersonali per arrivare all’obiettivo di poter attivare, attraverso una maggiore disponibilità, interventi a fondo perduto. Mai come adesso è indispensabile la professionalità e la determinazione. È necessario evitare a tutti i costi che l’emergenza sanitaria si trasformi prima in dramma economico irreparabile e poi in una devastazione sociale. Il nostro privilegiato osservatorio all’interno del settore bancario prevede purtroppo, senza interventi a fondo perduto, una situazione sociale particolarmente difficile e pericolosa. Qualcosa in più va fatto anche sul versante fiscale. Uno degli aspetti più rilevanti sui quali porre la massima attenzione è il lavoro stagionale: è in questo ambito che vanno, soprattutto in questa fase, concentrati molteplici sforzi straordinari. È in questo ambito che non ha senso, ad esempio, far ripartire l’attività commerciale degli stabilimenti balneari solo dal primo giugno. Il futuro di buona parte dell’economia del Paese, considerando l’avvicinarsi dell’estate, si gioca proprio con la cosiddetta stagionalità dell’attività imprenditoriale e, conseguentemente, dell’occupazione, tenendo conto anche del lavoro nero che esiste e va considerato. Gli sforzi da parte di tutte le istituzioni devono convergere, e non devono verificarsi intoppi tra amministrazioni pubbliche e territoriali ai vari livelli, né reciproci dispetti a danno dei cittadini e delle attività economiche e lavorative. Entrando nel merito degli aspetti strettamente finanziari, il decreto attribuisce una funzione centrale alle banche per far circolare il denaro, grazie ai prestiti sostenuti dalle garanzie di Stato. Il ruolo attribuito è corretto perché il settore bancario conosce a fondo il territorio, le imprese e le famiglie a condizione che venga eliminata una sempre più incombente burocrazia creata esclusivamente per un plateale disimpegno delle proprie responsabilità personali e professionali di buona parte del gruppo dirigente. Affermare il contrario, non passare cioè dalle banche, citando ad esempio la Germania, avrebbe un senso soltanto se qualcuno con i fatti potesse dimostrare il contrario, altrimenti è solo demagogia”. E’ quanto si legge nella memoria sul DL Imprese del Segretario Generale della Fabi Lando Maria Sileoni. “In sintesi – aggiunge -: occorrono risorse a fondo perduto per ditte individuali e piccole e medie imprese; uno snellimento della burocrazia interna a opera dei vertici di alcuni gruppi bancari; autocertificazioni anche per i prestiti oltre 25.000 euro; stop alle pressioni commerciali sui lavoratori;stop al ricatto di alcuni amministratori delegati sul tema dello scudo penale; una legge per il recupero crediti; assicurare che i prestiti deteriorati delle banche non lievitino, anche limitando le prerogative dello Stato quando scattano le garanzie pubbliche; l’attuazione del golden power; continuare a tutelare la salute e la sicurezza del personale delle banche. Ma soprattutto vigileremo affinché qualche gruppo bancario non approfitti della situazione attuale e futura, tagliando i costi con piani industriali spregiudicati e socialmente aggressivi. Voglio ricordare, mentre vi parlo, che a maggio sarà erogato alla prima fascia dei gruppi dirigenti delle banche un sistema incentivante individuale che parte da un minimo di 500.000 euro fino a importi molto più elevati per quei 350-400 dirigenti che rappresentano l’élite finanziaria del settore bancario italiano. Fra questi ci sono figure di indubbia capacità che hanno anche messo a disposizione somme importanti sia personalmente sia attraverso la banca sotto forma di beneficienza. Ma ci sono anche personaggi inadeguati, arroganti ed egoisti che non meriterebbero un euro per i danni provocati alle loro aziende, ai lavoratori, ai territori, alle famiglie e alle imprese. Per concludere, giudico positivo, estremamente positivo il lavoro effettuato quotidianamente dalla Banca d’Italia in questo particolare e difficile momento, anche rispetto alla verifica dei criteri di professionalità e onorabilità che sta attuando rispetto ai componenti dei consigli di amministrazione di importanti gruppi bancari in scadenza. Rispetto alla Popolare di Bari, ritengo opportuno richiamare l’attenzione dei commissari straordinari al massimo rispetto delle norme contrattuali e di legge e a concordare insieme con i sindacati interni, l’attuazione del prossimo piano industriale, con la preghiera e l’esortazione di trovare concrete soluzioni per tutta la clientela dell’istituto pugliese che ha visto distrutto il risparmio di una vita di sacrifici e di lavoro. Servono azioni e comportamenti concreti per risarcire quanto i clienti della Popolare di Bari hanno perso e pene esemplari per chi ha commesso reati, a iniziare dall’auspicato sequestro di ogni bene e proprietà”, conclude. cdn/AGIMEG