“Il decreto che stiamo modificando e approvando in quest’Aula nasce dall’esigenza di far fronte a una crisi sanitaria con conseguenze economiche di una portata mai vista in Italia, ma penso in tutto il mondo, dal secondo conflitto mondiale. Il Paese sta affrontando con coraggio e dignità una crisi sanitaria le cui conseguenze si stanno rapidamente trasmettendo al tessuto produttivo, con relativa perdita di ricchezza e lavoro”. E’ quanto ha detto Daniele Pesco (M5S) in Aula al Senato riguardo il DL Cura Italia. “Il decreto-legge è stato emanato e discusso in un quadro generale complesso e in continua evoluzione, nell’incertezza su quale fosse la durata dell’emergenza e l’entità delle conseguenze che ne derivano sul tessuto economico, sociale e culturale del Paese. Va anche sottolineato che nel decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 sono confluiti altri decreti emessi precedentemente. Sono stati, quindi, inseriti in questo decreto-legge i contenuti del decreto legge n. 14 del 9 marzo 2020, degli articoli 12 e 34 del decreto-legge n. 9 del 2 marzo 2020 e del decreto-legge n. 11 dell’8 marzo 2020. In pratica, è come se avessimo quattro decreti in uno. Gli effetti finanziari che vanno a modificare quelli previsti in occasione della legge di bilancio 2020, per il triennio 2020-2022, prevedono un maggior saldo netto da finanziare per 24,8 miliardi, un aumento del fabbisogno di 18,8 e un incremento di quasi 20 miliardi dell’indebitamento netto. Il decreto-legge in esame si può, secondo me, racchiudere in cinque pilastri fondamentali: il primo è riferito al finanziamento e potenziamento della capacità di intervento del sistema sanitario, della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati sul fronte dell’emergenza; il secondo è quello riferito al sostegno ai lavoratori e alle aziende per la difesa del reddito e del lavoro; il terzo pilastro è riferito al sostegno alla liquidità delle famiglie, ma soprattutto delle imprese, tramite il sistema bancario e l’utilizzo del Fondo centrale di garanzia. Con il quarto pilastro c’è la sospensione degli obblighi di versamento di tributi e contributi e altri adempimenti fiscali e l’introduzione di incentivi fiscali. Infine, tutta una serie di articoli fondamentali che permettono a tutte le amministrazioni pubbliche e private di non avere problemi in questa fase così delicata, visto che molte attività sono sospese”, ha aggiunto. “È stata prevista un’indennità per i professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa; un’indennità per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago; un’indennità ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali; un’indennità specifica per i lavoratori del settore agricolo e un’indennità per i lavoratori dello spettacolo. È un’indennità netta per tutti di 600 euro, ma sappiamo già che a brevissimo verrà portata a 800 euro. Va detto che le richieste per il bonus di aprile sono già state 3,5 milioni, per una spesa di 2,1 miliardi di euro. Abbiamo, poi, l’istituzione di un fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus Covid-19: si tratta di un fondo da 300 milioni per l’erogazione di un reddito di ultima istanza che vedrà l’assegnazione di 600 euro, come ho detto prima, per ogni futuro beneficiario. Il decreto-legge è una prima base di partenza per gli aiuti alle imprese, in un quadro di norme europee in merito agli aiuti di Stato, che era in corso di evoluzione in uno scenario europeo in cui non è ancora chiaro quali risorse comunitarie potranno agevolare gli interventi a sostegno dell’economia. Una buona base di partenza sicuramente, realizzata interamente con risorse interne. Sappiamo che dovremo fare di più, dare maggiore liquidità netta alle imprese e in tempi rapidi, ricercare soluzioni che, attraverso la garanzia crediti a lunga scadenza o nelle modalità di rimborso flessibili e legate all’andamento aziendale, possano non solo mantenere viva la nostra rete di imprese, ma farla crescere e farla divenire ancora più competitiva nei mercati internazionali. È questo l’auspicio che ci diamo perché veramente dobbiamo farlo, colleghi, altrimenti rischiamo di perdere una parte troppo importante della nostra economia, e questo non ce lo possiamo permettere. Il decreto-legge – ha aggiunto – comprende una moratoria sulle rate di finanziamento o leasing fino al 30 settembre senza alcuna commissione bancaria; le rate in moratoria saranno traslate a fine periodo finanziario di finanziamento e vi è un utilizzo completo delle aperture di credito precedenti senza possibilità di revoca da parte della banca. È stato incrementato il sistema di aiuti alle imprese tramite ulteriori garanzie: il fondo garantito al 33% delle esposizioni bancarie già esistenti, in modo da assicurare la stabilità nel tempo dei debiti aziendali pregressi. È stato incrementato il fondo di garanzia PMI, garantiti nuovi prestiti fino a 1,5 milioni di euro per tutte le PMI, fino a 2,5 milioni per le startup e le PMI innovative e fino a 5 milioni per le PMI che rientrino nelle sezioni speciali. È stato poi attuato un fondo di solidarietà per i mutui prima casa ed è stato esteso l’accesso al fondo prima casa a tutti i dipendenti che abbiano subito una diminuzione delle ore lavorate e dei lavoratori autonomi che abbiano subito una perdita di fatturato del 33 per cento a causa dell’emergenza coronavirus. L’accesso al fondo consente di sospendere le rate in conto capitale fino a 18 mesi, mentre la parte di rata in conto interessi viene pagata al 50 per cento attraverso il contributo pubblico del fondo di solidarietà. Il quadro è in continua evoluzione e non dobbiamo cercare provvedimenti legislativi esaustivi immediati, ma accompagnare il percorso evolutivo nella crisi giorno dopo giorno, in modo che le risorse non vengano disperse, ma impiegate nel modo migliore”, ha concluso.
E’ in corso in Aula l’esame del ddl n. 1766, di conversione in legge del decreto-legge n. 18 Cura Italia. Dal momento che il Governo ha preannunciato l’intenzione di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei Capigruppo di ieri ha stabilito che oggi si svolgerà la discussione generale del ddl, mentre nella seduta di domani, dalle 10, in diretta Rai, si svolgeranno la discussione generale sulla questione di fiducia (per un’ora e 20 minuti) e le dichiarazioni di voto. Seguirà la chiama intorno alle 12.40. Dopo il via libera del Senato, il DL Cura Italia sarà trasmesso alla Camera. cdn/AGIMEG