Il Tar Lazio ha respinto la domanda di misura cautelare presentata da Twitter, che chiedeva l’annullamento della sanzione da 1.350.000 euro imposta dall’Agcom per la violazione del divieto di pubblicità dei giochi, contenuto nel Decreto Dignità del 2018.
Nel ricorso, Twitter evidenziava che: “l’Autorità pretende di fatto che Twitter International sorvegli attivamente gli account e perciò le impone di adattare il proprio modello di business a un nuovo regime di responsabilità … l’inibitoria di fatto impone l’allestimento di una sorta di filtro automatico per gli account “verificati” e ciò aggrava la violazione della libertà d’impresa di Twitter International. Infatti … Twitter International dovrebbe trasformare il suo intero modello di business”.
Secondo il Tar, invece: “anche ritenendo che il provvedimento impugnato prefiguri la linea di condotta da adottare con riferimento alla generalità degli utenti abilitati alla pubblicazione di inserzioni pubblicitarie, va considerato come il Consiglio di Stato nella sentenza menzionata abbia affermato che gli intermediari di dimensioni mondiali che pubblicano giornalmente un massivo quantitativo di annunci pubblicitari sono tenuti a “dotarsi di adeguati sistemi organizzativi, anche di tipo automatizzato e con ricorso a strumenti di intelligenza artificiale … per impedire agli inserzionisti di pubblicare annunci pubblicitari in violazione” dell’art. 9 del decreto dignità ”.
Per tali motivi, il Tar del Lazio ha respinto la domanda di misura cautelare presentata da Twitter. cdn/AGIMEG