Il calcio per tornare alla normalità avrebbe bisogno non solo di riportare i tifosi sugli spalti degli stadi, ma anche di rimuovere il divieto di sponsorizzazioni per le aziende che offrono giochi e scommesse. Le norme sullo stop alla pubblicità – diventate pienamente operativo nell’autunno 2019 – sono state introdotte sotto il primo Governo Conte con l’intento di contrastare il gioco patologico, ma poi “non hanno prodotto gli effetti sperati, anzi sono state di stimolo all’esplosione di attività illegali o irregolari (spesso gestite dalla criminalità organizzata)” scrive TuttoSport in un articolo pubblicato oggi. “La pubblicità delle aziende di scommesse serviva proprio per distinguersi da chi opera al di fuori delle leggi vigenti. Un chiaro autogol, con perdite certificate per l’erario statale, ma soprattutto per le società sportive”. La sola Serie A ha infatti perso sponsorizzazioni dirette per circa 30-40 milioni di euro, ma poi si arriva a 200 milioni di euro se si considerano anche le campagne pubblicitarie sui mezzi tradizionali (tv, carta stampata e radio). lp/AGIMEG