Distanziometro, Consiglio di Stato conferma divieto di installazione di apparecchi da gioco in un bar a Roma: “Non avrebbe rispettato le distanze minime dai luoghi sensibili”

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da un esercente contro la decisione di Roma Capitale di vietare l’installazione di apparecchi da gioco all’interno di un locale della città, confermando la legittimità del provvedimento adottato dall’amministrazione capitolina.

La vicenda trae origine dal divieto imposto dal Comune a seguito del mancato rispetto delle distanze minime dai luoghi sensibili, come previsto dal regolamento comunale sulle sale da gioco. Secondo quanto accertato dalle autorità competenti, il locale si trovava a meno di 500 metri da un istituto scolastico, violando così le disposizioni vigenti.

Consiglio di Stato

L’esercente aveva impugnato il provvedimento davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sostenendo di aver correttamente comunicato l’intenzione di installare gli apparecchi e contestando la legittimità della misura restrittiva. Tuttavia, il TAR aveva respinto il ricorso, ritenendo che la comunicazione effettuata non fosse chiara ed esaustiva e che l’amministrazione avesse agito nel rispetto della normativa.

In appello, il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del giudice di primo grado, evidenziando che il regolamento comunale, nel fissare il limite di 500 metri, aveva adottato una misura più restrittiva rispetto a quella prevista dalla normativa regionale e che tale scelta era da ritenersi legittima. Inoltre, il Consiglio ha ribadito che l’assenza di una comunicazione inequivocabile da parte dell’esercente non consentiva di considerare legittima l’installazione degli apparecchi. ac/AGIMEG