Distanziometro: il Consiglio di Stato accoglie ricorso sala scommesse di Castelfranco Emilia. “Illegittimo imporre delocalizzazione o chiusura sala durante uno stato di emergenza”

Una importante società di giochi ha presentato al Consiglio di Stato un ricorso per chiedere la riforma della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che aveva confermato la legittimità del provvedimento della sala scommesse sita a Castelfranco Emilia difesa dagli avvocati Matilde Tariciotti e Luca Giacobbe per il mancato rispetto della distanza minima da un luogo sensibile, nonostante vi fosse una proroga semestrale in favore degli esercenti emiliani e i sensi dell’articolo 103 del Cura Italia erano sospesi.

I giudici di Palazzo Spada hanno chiarito che “nel caso di specie, in applicazione dell’art 6 l.r.5/2013, si era assegnato un termine, scaduto il quale si sarebbe avuto un effetto equivalente a quello che si poteva verificare per il mancato rinnovo di un’autorizzazione, che era decorso durante lo stato di emergenza quando la sala giochi era chiusa“.

“In sostanza non poteva intimarsi la delocalizzazione entro un termine a pena di chiusura alla sala giochi che si trovava a meno di 500 metri da una chiesa durante lo stato di pandemia con l’attività ferma e, quindi, nella momentanea impossibilità di correre il rischio di favorire la ludopatia”.

Dunque, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della sala scommesse e ha lasciato aperto la questione del distanziometro a Castelfranco Emilia. Infatti il Collegio ha stabilito che sarà necessaria una perizia tecnica per verificare quali sono le parti del territorio verso cui sia possibile, in astratto, effettuare la delocalizzazione, per poi valutare la concreta possibilità (anche commerciale) di installarvi una sala giochi, tenendo conto anche delle limitazioni che dovessero derivare dallo strumento urbanistico.

Ecco la sentenza integrale. ac/AGIMEG