Slot, Tar Lazio su ricorsi Codere e Sapar: Questione del taglio della rete va affrontata nel merito

“La decisione del ricorso presuppone l’esame di questioni la cui complessità è incompatibile con la sommarietà della presente fase cautelare e che le esigenze di parte ricorrente appaiono tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito”. E’ questa la motivazione che ha spinto il Tar Lazio a fissare al 23 maggio l’udienza di merito dei ricorsi Sapar e Codere contro il decreto sul taglio della rete delle slot. L’udienza si terrà però  solo quanto il taglio della rete verrà completato, i concessionari infatti hanno già disistallato un 15% delle macchine il 31 dicembre e dovranno eliminare un altro 15% delle macchine entro il 30 aprile.

Slot, con il nuovo conteggio Codere deve tagliare 2.300 macchine in più

I ricorsi Sapar e Codere contro il decreto sul taglio della rete newslot riguardano i criteri seguiti per ripartire la decurtazione tra i vari concessionari. Il numero complessivo delle macchine da tagliare viene infatti conteggiato sulla base del parco esistente al 31 dicembre 2016, all’epoca erano istallate circa 400mila slot, dopo la riduzione si arriverà a una rete di 265mila. Con il decreto attuativo del luglio 2017, il Mef ha invece stabilito che ciascun concessionario avrebbe dovuto dismettere il 35 per cento dei nulla osta detenuti, prendendo però come riferimento il paniere controllato nel settembre 2017. In sostanza il numero di nulla osta complessivi, in questo lasso di tempo, è rimasto contingentato, per legge non ne potevano essere emessi di nuovi; le quote di mercato dei singoli operatori sono però variate: alcuni infatti hanno dismesso dei nulla osta che altri – come Codere, appunto – hanno poi acquisito. E le variazioni sono state significative: come emerso nell’udienza di ieri, Codere in base al parco macchine al 31 dicembre 2016 avrebbe dovuto dismettere 3.300 macchine; adesso con il decreto attuativo è stata invitata a tagliarne circa 5.600, ovvero 2.300 in più.

Ma con i ricorsi, le parti hanno anche chiesto il rinvio alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea, sostenendo che violata la libera concorrenza. L’associazione, in particolare, spinge sul fatto che con la Manovrina il termine della riduzione della rete sia stato anticipato di un anno e mezzo – originariamente era previsto per il 2019 – a concessionari e gestori in sostanza non è stato dato nemmeno il tempo per ammortizzare gli investimenti che erano stati costretti a sostenere solo un anno fa. Allora infatti hanno dovuto aggiornare le macchine al payout al 70 per cento, per compensare l’aumento del Prelievo, confidando nel fatto che – in base alla legge dell’epoca – il taglio della rete sarebbe stato attuato appunto solo nel 2019. gr/AGIMEG