Decreto Sostegni Bis, via libera della Camera. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato

La Camera, dopo aver votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali, con 444 voti favorevoli e 51 voti contrari, ha esaminato gli ordini del giorno, quindi ha approvato il provvedimento che passa ora all’esame del Senato. Ecco tutti gli ordini del giorno riguardanti il settore del gioco al Decreto Sostegni Bis:

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge n. 52 del 2021
« Misure urgenti per la graduale ripresa
delle attività economiche e sociali nel
rispetto delle esigenze di contenimento
della diffusione dell’epidemia da COVID19 » all’articolo 8-ter, introdotto nel corso
dell’esame alla Camera dei deputati, ha
autorizzato la ripresa dal 1o luglio 2021, in
zona gialla, delle attività di: sale giochi;
sale scommesse; sale bingo; casinò; tali
attività sono state consentite anche se
svolte all’interno di locali adibiti ad attività
differente, nel rispetto di protocolli e linee
guida adottati ai sensi dell’articolo 1,
comma 14, del decreto-legge n. 33 del
2020 (legge n. 74 del 2020); con ordinanza
del Ministro della salute 29 maggio 2021
sono state adottate le linee guida per la
ripresa delle attività economiche e sociali,
elaborate dalla Conferenza delle regioni il
28 maggio 2021;
la positiva evoluzione della situazione sanitaria – con il rallentamento
della curva dei contagi da COVID-19 e
l’accelerazione della campagna vaccinale,
ha consentito la riapertura delle attività
economiche e sociali nel rispetto di un
dettagliato calendario; la ripresa dal 1o
luglio 2021, in zona gialla, delle attività di:
sale giochi, sale scommesse, sale bingo,
casinò ha determinato gravi disagi all’intero comparto, già pesantemente penalizzato dalle restrizioni conseguenti alla pandemia, che ha determinato la chiusura
delle attività per oltre un anno; in particolare, la ripresa a partire dal 1o
luglio
non ha consentito la raccolta delle scommesse a partire dall’11 giugno, giorno di
avvio dei campionati europei di calcio; per
il calendario stabilito, 44 partite su 51
della competizione continentale di calcio,
che si è conclusa con la vittoria della
nazionale italiana e che, per questo, ha
suscitato eccezionale interesse, anche superiore alle aspettative, sono state lasciate
al mercato delle scommesse illegali; dal 1o
luglio in poi, infatti, gli appassionati del
gioco hanno potuto scommettere sul mercato legale o del gaming, solo per le
semifinali e la finale del torneo di calcio;
i dati resi noti dalla Guardia di
finanza e dall’Agenzia delle dogane e dei
monopoli, confermano come oltre 300 giorni di chiusura delle attività ufficiali di
giochi e scommesse, abbiano determinato
una raccolta del gioco illegale tra i 10 e i
20 miliardi di euro (con una perdita, per
l’erario, che nel 2020 ha sfiorato i 6
miliardi di euro); nei primi mesi del 2021
la raccolta si è attestata a meno 19,3 per
cento, pari a circa 631 milioni di euro in
meno,
impegna il Governo
a valutare l’opportunità, anche mediante
un opportuno intervento normativo, di
prevedere sull’intero territorio nazionale,
per le sale giochi, scommesse, sale bingo e
casinò, iniziative di rilancio dell’intera filiera, gravemente colpita dalla crisi pandemica, anche per compensare le ingenti
perdite di gettito causate dalle mancate
entrate erariali, a seguito della prolungata
chiusura delle attività di raccolta.
9/3132-AR/65. Martinciglio (M5S)

La Camera,
premesso che:
nel 1998 con il decreto del Presidente della Repubblica n. 169 recante
« Regolamento recante norme per il riordino della disciplina organizzativa, funzionale e fiscale dei giochi e delle scommesse
relativi alle corse dei cavalli, nonché per il
riparto dei proventi » si sono stabilite le
« quote di prelievo » destinate all’UNIRE
(ora MiPAF), da applicare sull’introito
lordo delle scommesse sulle corse dei
cavalli. Le convenzioni di concessione relative alle scommesse ippiche avevano
inoltre previsto l’obbligo di versare un
« minimo garantito annuo », indipendentemente dalla raccolta effettiva conseguita,
per effetto delle mutate condizioni
di mercato, che non hanno consentito di
raggiungere i livelli di raccolta previsti,
molti concessionari ippici non hanno versato il « minimo garantito », lamentando i
danni derivanti dalla presenza di operatori
clandestini ed illegali, i ritardi nell’avvio
dei sistemi di scommessa a quota fissa il
ritardo nell’avvio della raccolta pervia telefonica e telematica. I concessionari
hanno promosso giudizi arbitrali nei confronti del MEF del MIPAAF e dei Monopoli;
con il comma 5 dell’articolo 10 del
decreto-legge n. 16 del 2012 si è previsto
che venissero definiti tutti i rapporti controversi tra Ministero dell’economia e finanze. Ministero delle politiche agricole e
Agenzia per lo sviluppo del settore ippico,
nelle materie riguardanti la gestione dei
proventi e delle spese legate al settore
ippico;
le Sezioni Unite della Corte di
cassazione con Sentenza n. 23418 del 26
ottobre 2020 hanno disposto la piena legittimità dei Lodi Arbitrali ippici;
più volte in sede parlamentare è
stata proposta una definizione dei suddetti
Lodi. Si tratterebbe di una misura di
sostegno al settore delle scommesse ippiche e sportive e, nello stesso tempo, lo
Stato avrebbe convenienza finanziaria alla
conclusione di tali accordi,
impegna il Governo
nell’ambito dei previsti provvedimenti di
sostegno al settore dei giochi, a valutare
l’opportunità di autorizzare l’Agenzia delle
dogane e dei monopoli a definire anticipatamente le controversie, anche di natura
risarcitoria, relative ai lodi arbitrali ippici,
ivi comprese quelle individuate ai sensi
della sentenza della Corte Cassazione Civile n. 23418 del 26 ottobre 2020, con i
soggetti titolari di concessioni o i loro
aventi causa, nei limiti della quota capitale
ad essi spettante, con riferimento alle
controversie per le quali sia stata emessa
una sentenza di primo grado o vi sia un
lodo arbitrale già depositato.
9/3132-AR/71. (Testo modificato nel corso della seduta) D’Attis (FI)

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca
misure urgenti connesse all’emergenza da
COVID-19, per le imprese, il lavoro, i
giovani, la salute e i servizi territoriali;
l’evoluzione della riferita epidemia
COVID-19 e delle relative misure adottate
dal Governo per contrastare la diffusione
del contagio ha generato per il settore del
gioco legale rilevanti effetti negativi dovuti
alla totale chiusura delle attività;
in particolare, tale chiusura, ha
comportato il blocco dei ricavi per circa
12.000 esercizi distribuiti su tutto il territorio nazionale, attività commerciali regolari e regolate da Concessioni Statali che
impiegano oltre 60 mila lavoratori diretti
e sostengono circa 200 mila persone, se
consideriamo anche i rispettivi nuclei familiari;
questo scenario ha profondamente
impattato non solo sulle entrate erariali
derivanti dal gioco ma anche sugli stessi
bilanci dei concessionari di Stato con
effetti ancora totalmente da individuare
sul quadro economico complessivo e sullo
stesso equilibrio delle concessioni;
tale contesto ha reso impossibile
delineare un quadro economico adeguato
a identificare l’equilibrio finanziario di
tutte le concessioni per il settore dei
giochi;
al fine di consentire anche forme di
sostegno per il settore in ragione della
sospensione dell’attività verificatesi nel
corso dell’emergenza epidemiologica COVID-19,
impegna il Governo
a valutare l’opportunità di adottare, nel
primo provvedimento utile, ed in ogni caso
nella Legge di Bilancio 2022, le opportune
iniziative normative finalizzate a prorogare il termine di scadenza previsto per le
concessioni in materia di gioco pubblico
gestite dall’Agenzia delle dogane e dei
monopoli, sia in proroga che in vigenza,
così da allineare i nuovi bandi in coerenza
con il necessario riordino del settore.
9/3132-AR/91. (Testo modificato nel corso della seduta) Navarra. (PD)

La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca
misure urgenti connesse all’emergenza da
COVID-19, per imprese, lavoro, giovani,
salute e i servizi territoriali;
il decremento complessivo della
raccolta sulle corse dei cavalli, passata da
circa 1.000 milioni di euro del 2012 a circa
390 milioni di euro del 2020, con un
decremento nel periodo di oltre il 60 per cento è stato in solo parte mitigato dall’avvio, a partire dal 2012, dell’offerta a
quota fissa;
la drastica riduzione della raccolta
ippica, inoltre, ha avviato un circolo vizioso con gravi ripercussioni sull’intera
filiera produttiva (proprietari, allevatori,
allenatori, guidatori/fantini, addetti alle
corse, veterinari, eccetera) e sull’indotto
agricolo, con una riduzione totale degli
occupati, negli anni, stimato pari circa al
50 per cento;
è pertanto urgente individuare
azioni che possano creare le condizioni di
sostenibilità e restituire all’ippica la dignità e l’attenzione mediatica che merita,
aiutando, al contempo, il comparto agricolo strettamente legato alla filiera ippica;
il livello di tassazione attuale a
quota fissa sulle corse dei cavalli (pari al
43 per cento della spesa per il canale fisico
ed al 47 per cento per il canale online), di
valore più che doppio rispetto a tipologie
assimilabili (quota fissa sportiva e quota
fissa virtuali), tuttavia, penalizzando la
marginalità del prodotto, disincentiva i
concessionari a promuoverlo nelle proprie
reti di vendita, ostacolando, di fatto, il
ruolo di volano di questo prodotto per il
rilancio del settore,
impegna il Governo
alla luce di quanto in premessa, a valutare
l’opportunità di un intervento finalizzato
ad eliminare la attuale disparità di trattamento all’interno del comparto scommesse, allineando la tassazione delle scommesse a quota fissa sulle corse dei cavalli
a quella delle sportive e virtuali.
9/3132-AR/75. Fasano, Paolo Russo. (FI)

La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 19 maggio 2020,
n. 34, all’articolo 38, commi 12-18, ha
istituito e disciplinato il Fondo per l’intrattenimento digitale denominato « First
Playable Fund » con una dotazione iniziale
di 4 milioni di euro, finalizzato a sostenere
lo sviluppo dell’industria dell’intrattenimento digitale a livello nazionale attraverso la concessione di contributi a fondo
perduto in favore di progetti che, attraverso lo sviluppo delle fasi di concezione e pre-produzione, intendono realizzare un
prototipo di videogioco destinato alla distribuzione commerciale;
il prototipo di un videogioco rappresenta la prima versione giocabile dell’opera ed è lo strumento attraverso il
quale gli sviluppatori presentano il loro
progetto di sviluppo a editori e investitori
per ottenere finanziamenti necessari per la
successiva produzione del prodotto finale
e per la sua distribuzione sul mercato
internazionale;
come riportano numerosi articoli
di stampa, l’iniziativa ha avuto un successo
ben superiore alle aspettative. Difatti, sono
state presentate domande di agevolazione
che hanno evidenziano un fabbisogno
complessivo superiore alle risorse disponibili,
impegna il Governo
a valutare la possibilità, di rifinanziare
quanto prima e con maggiori risorse, il
fondo per l’intrattenimento digitale.
9/3132-AR/108. Liuzzi, D’Uva, Alaimo, Giarrizzo (M5S)

cdn/AGIMEG