Secondo il Servizio del bilancio del Senato la copertura economica avanzata dal Governo per i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Ristori potrebbe non essere sufficiente per tutti i beneficiari. “Appare chiara l’esigenza di una esaustiva indicazione circa la ripartizione per fasce di fatturato dei nuovi beneficiari del contributo, onde procedere ad una verifica, perlomeno di massima, della correttezza della quantificazione” scrive infatti nella Nota di Lettura con cui esamina il testo. Tra i beneficiari della misura ci sono anche le sale da gioco, le agenzie di scommesse, e le sale bingo.
I contributi andranno a favore sia dei soggetti che già avevano beneficiato del sostegno analogo previsto dal decreto Rilancio – e in questo caso il Servizio di Bilancio non solleva particolari rilievi – sia per una platea di nuovi soggetti, quelli con un fatturato annuo al di sopra dei 5 milioni di euro, che erano rimasti esclusi dalla prima misura. Secondo il Governo, i soggetti appartenenti a questa seconda fascia sono 142.425, complessivamente percepiranno contributi a fondo perduto per 802 milioni di euro. Il Servizio di Bilancio però osserva che in questo caso l’ammontare del contributo varia enormemente, da 14mila a 150mila euro, e per questo – onde verificare i calcoli del Governo – chiede maggiori informazioni sulla composizione di questa platea. “La necessità di maggiori informazioni appare ancora più rilevante” visto che nel caso dei contributi a fondo perduto, non è previstom il “consueto meccanismo di rigetto di ulteriori domande nel caso di raggiungimento dello stanziamento previsto”.
Tra le altre misure previste dal decreto Ristoiri, c’è anche il credito di imposta del 60% sui canoni di locazione per gli affitti commerciali – e del 30% dei canoni per affitto d’azienda – versati nei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Il Governo in questo caso stima la copertura economica in 259,2 milioni di euro per il 2020 e in 86,4 milioni di euro per il 2021. Cifre che però non convincono affatto il Servizio di Bilancio: “la stima, che si presenta molto sintetica e priva di qualsiasi approfondimento, non consente di verificare l’onere evidenziato in RT in quanto non vengono forniti dati circa la numerosità dei soggetti ed il valore degli affitti d’azienda; in particolare sarebbe importante conoscere l’andamento effettivo del tiraggio del credito in parola suddiviso per tipologie di soggetti”. Inoltre il Servizio di Bilancio sottolinea che il Governo però nella Relazione Tecnica “considera ai fini della stima la percentuale di diminuzione del fatturato basata sui valori rilevati dalla fatturazione elettronica rispetto agli stessi mesi del periodo d’imposta precedente”. La norma tuttavia riconosce questa agevolazione a prescindere dal calo di fatturato. Insomma, c’è il rischio di “una sottostima dell’onere”. rg/AGIMEG