Decreto Dignità, Zazzaroni (dir. Corriere dello Sport): “Ludopatia non si combatte vietando spot, scritte sulle maglie o pagine di giornale”

“Il decreto Dignità è operativo dal 2019 e da allora il volume delle giocate è cresciuto considerevolmente, in particolare quello dei siti illegali. I dati li può fornire facilmente l’Agenzia dei Monopoli. Quanto ai messaggi “promozionali” diretti e indiretti vietati per legge, preciso che, secondo un’indagine epidemiologica realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, soltanto il 19,3% di chi gioca è influenzato dalla pubblicità. La massa degli scommettitori – 80,7% – risulta incurante delle sollecitazioni esterne. Altro dato: il mercato del gioco illegale vale almeno 25 miliardi l’anno – fonte Dia, Adm -, 18 dei quali attribuibili all’online”. 

Sono le parole di Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport-Stadio di risposta all’onorevole Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera.

“Capitolo ludopatia, patologia direttamente correlata al gioco d’azzardo. Non si combatte, purtroppo, vietando spot, scritte sulle maglie o pagine di giornale: i fatti lo confermano. Posso garantire che se l’applicazione del decreto Dignità servisse a ridurne gli effetti, talvolta mortali, saremmo dalla parte di chi l’ha firmato. E in prima fila”, ha aggiunto.

“Un sistema efficacissimo per ridurre notevolmente le scommesse ci sarebbe ed è l’abolizione per legge del calcio che sulle puntate incide per il 70%. Ho il timore fondato, però, che senza il pallone gli scommettitori seriali e occasionali si tufferebbero su cavalli, tennis, automobilismo e altro. Un’ultima, importante considerazione: invece di battersi per un’autonomia che non ha riscontri in Europa, perché la Lega di Serie A non lotta con tutte le sue forze e influenze per farsi restituire ciò che le spetta? Il calcio alimenta le scommesse eppure, proprio grazie al decreto Dignità, non può accedere a parte delle risorse che produce”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG